Ignazio Fonzo, Procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Catania, commenta nel corso della trasmissione SalaStampa, su Etna Channel, la situazione in cui versa il calcio siciliano e soprattutto la ripartenza del Catania dal campionato di Serie D:
“Sono passati 15 anni dall’ultima volta che Palermo, Catania e Messina erano in A. Adesso il Palermo sta difendendo la B, categoria raggiunta abilmente dopo avere vinto i playoff la scorsa stagione. Per il resto abbiamo ancora pane da mangiare. Proprio l’anno scorso vidi l’ultima gara del Catania in C, la vittoria nel derby contro il Palermo con doppietta di Luca Moro. Io sono un appassionato, un collezionista di volumi e come ogni anno ho acquistato l’almanacco Panini con tutti i dati e le statistiche dei calciatori. Ho cercato Moro ed è stata una pugnalata riscontrare che per la stagione 2021/22 ci fosse scritto zero presenze e zero gol, quando Moro aveva siglato in realtà 21 reti sul campo, lottando con Brunori per il titolo di capocannoniere. Sono stati cancellati anche tanti anni di storia del Calcio Catania”.
“Adesso il Catania è ripartito dalla Serie D e c’è un primo posto nel girone d’andata, con la prospettiva che questo sia un anno di ripartenza per poi ritrovarsi nella prossima stagione tra i professionisti, nella speranza di proseguire la risalita e rivedere il Catania in Serie A al più presto. Ma nulla è facile. Critiche alla squadra attuale? Ci sono sempre stati risultatisti e giochisti. Si discute in Serie A, figuriamoci in D. Con il massimo rispetto per gli atleti, il tecnico e la società, il Catania milita in Serie D e credo che nessuno si possa aspettare chissà quale espressione di gioco, ma magari qualcosa d’interessante. Ciò che conta è il risultato, il primato in classifica e chiuderla in vetta per rientrare subito tra i professionisti e poi giocarsela ripartendo da dove si militava l’anno scorso prima della cancellazione per i noti motivi”.
“Quasi 12mila abbonati? Non è una sorpresa. Quando ci fu l’ammissione del Catania in Eccellenza, già allora i tifosi – specie i più appassionati – erano sempre presenti allo stadio e in tutte le trasferte. Sulla passione della gente non credo vi possano essere dubbi. Il passato? Deve servire solo per non ripetere certi errori, adesso basta parlarne perchè è tutta un’altra storia e c’è un altro approccio. Bisogna guardare con moderato ottimismo al futuro. Io non vorrei poi essere smentito ma penso che questa stagione, a meno di cataclismi, sia destinata a concludersi con l’auspicata promozione ma questo non deve essere un punto di arrivo bensì di partenza. Bisogna sperare che, concluso questo campionato, ci siano tutta una serie di cose sul piano tecnico e societario che possano fungere da base per fare dei campionati di buon livello. E’ sbagliato se, una volta promossi in C, si pensi di andare subito agevolmente in B. Non vi è riuscito neanche il Palermo, che aveva vissuto una situazione simile, oppure il Bari. La nuova società è importante che si assesti e consolidi, con la speranza che con la dovuta programmazione in tempi relativamente brevi ci si possa ritrovare presto in categorie superiori“.
“Pelligra? Si è vista una potenzialità che indubbiamente esiste. Ovvio che a questa vanno accompagnate tutta una serie di altri aspetti. Mi riferisco all’assetto societario, tecnico, impiantistico per sperare che si possa ricostruire quel giocattolo che per tanti anni ci ha fatto divertire. Mi auguro, ad esempio, come tifoso di riappropriarsi della denominazione originaria come hanno fatto dopo il fallimento altre realtà importanti e, nei limiti del possibile, del vecchio logo, che a me piaceva. Inoltre spero che non venga disperso del tutto l’impianto di Torre del Grifo. Più passa il tempo e più si vandalizza la struttura, quindi a mio parere non bisognerebbe perdere tempo”.
“Stadio? Il problema stadi riguarda tutta l’Italia ed è molto complesso per la presenza di vincoli architettonici e non solo. Penso a Firenze, dove la proprietà della Fiorentina è entrata in polemica con l’amministrazione comunale. A Roma c’è il ‘Flaminio’ situato al centro della città che potrebbe essere della Lazio ma che necessa di interventi strutturali fondamentali mentre la Roma vorrebbe fare uno stadio da un’altra parte. A Catania lo stadio è situato in centro. E contro il Trapani alle 14.30 di un mercoledì prenatalizio c’è stato uno scombussolamento incredibile del traffico che ha paralizzato la città. L’attuale posizione dello stadio e la sua adeguatezza è un problema, s’inserisce anche il discorso legato all’utilizzo dei mezzi pubblici. Realizzare uno stadio nuovo a Catania sarebbe complicato pensando anche alle vie di accesso. Forse però l’impianto si potrebbe ristrutturare nel miglior modo possibile anche cercando di aumentarne la capienza. Considerando le norme per la sicurezza, se si arrivasse a 25mila posti disponibili sarebbe già un grande successo”.
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