CHIARELLA: “Catania, mi sento a mille dopo la sosta. Vorrei restare, qui vivo grandi emozioni”

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Ospite della trasmissione sportiva ‘Corner’, su Telecolor, l’esterno offensivo Marco Chiarella ha rilasciato alcune dichiarazioni in aggiunta a quelle del post gara di Catania-Ragusa. Riportiamo di seguito le parole più significative di Chiarella, autore della prima rete stagionale in maglia rossazzurra:

Incredibile l’entusiasmo dei tifosi. E’ stata una delle motivazioni che mi hanno spinto a venire qui, il calore del pubblico. Spettacolare la coreografia di domenica scorsa, vista dal campo ancora più bella. La scelta di venire a giocare in D è stata dettata anche dal fatto che ho passato un anno travagliato tra infortuni, avevo bisogno di stimoli nuovi per ritrovare un pò di lucidità e la freschezza che avevo prima. Venire a Catania giocando di più penso che sia stata la scelta migliore. La freschezza non potevo trovarla a Pescara, dove avrei disputato poche partite”.            

“Rizzo? Giocava con me a Pescara, lui è stato uno dei calciatori che mi ha spinto a scegliere Catania, anche la società del Pescara perchè conosceva il tipo di dirigenza, mi hanno detto che il club etneo puntasse in alto e avrebbe potuto farmi crescere. Avevo iniziato la stagione scorsa proprio a Pescara, ma subito dopo la prima giornata ho subìto un intervento alla spalla, da lì si sono susseguiti altri infortuni alla gamba, infortuni muscolari. Sarò stato fermo 6-7 mesi, stagione da dimenticare”.         

“In questa categoria ci sono squadre che provano a fare la partita della vita contro il Catania, magari si chiudono e non ti permettono di esprimere quel gioco più veloce e dinamico che vorremmo. Si cerca allora una soluzione nei lanci lunghi, ma abusarne diventa estenuante. La strategia migliore dipende anche dalle caratteristiche degli avversari. Abbiamo tanti giocatori bravi e capaci, non ci tiriamo indietro”.

“Futuro? Qui a Catania sto benissimo, se ci dovesse essere la possibilità e la volontà da parte del Catania e del Pescara io rimarrei volentieri. In Abruzzo non sono riuscito a vivere tutte le emozioni che sto vivendo adesso. Questa è la motivazione principale per cui mi sento così bene a Catania e mi piacerebbe continuare questa esperienza”.       

“Si pensava fosse meno grave del previsto l’infortunio muscolare patito ad inizio stagione. Non ero ancora al 100% a livello psicologico, un pò per la paura di infortunarmi di nuovo. Dopo la pausa mi sento a mille. Calo a fine anno? Eravamo stanchi mentalmente, nonostante i punti di vantaggio questo è un campionato che ti stanca a livello mentale, soprattutto perchè siamo il Catania e abbiamo delle responsabilità nei confronti della città e dei tifosi che giustamente pretendono risultati e prestazioni. Questo a lungo andare stanca mentalmente, ecco perchè la sosta è servita”.      

“Su cosa insiste maggiormente con noi esterni il mister? Si basa soprattutto sulle caratteristiche di ogni singolo giocatore. Un esterno con le mie caratteristiche non può effettuare le stesse cose di un Giovinco o un De Luca. A me chiede di puntare l’uomo e di arrivare sul fondo, andare in porta, attaccare la profondità, magari Giovinco indica di chiedere palla sui piedi, di abbassarsi, di cercare di girarsi dal limite dell’area”.        

“Il gol contro il Ragusa? E’ stata una liberazione perchè non segnavo dai tempi della Primavera. Ho esultato con la mano all’orecchio perchè non sentivo niente in quel momento, anche se lo stadio era pieno e rumoroso. Per me non esisteva nulla in quell’istante. E’ stato un gesto naturale da parte mia. A quali calciatori mi ispiro? Mio padre mi ha fatto crescere col mito di Del Piero. Lui e Totti, perchè da piccolo ho passato anche una fase da romanista. Mi sono ispirato a loro che mi hanno accompagnato durante la fase dell’adolescenza”.

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