Si avvicina la trasferta di San Cataldo. Catania pronto ad affrontare la Sancataldese con l’obiettivo di conseguire un nuovo risultato importante a consolidamento della vetta della classifica. Riportiamo le parole di mister Giovanni Ferraro in vista dell’incontro di domenica pomeriggio:
“Mi aspetto una partita come sempre difficile, su un campo di piccole dimensioni ma siamo il Catania e andiamo lì con la solita mentalità, facendo di tutto per vincere contro una squadra che viene da 6 risultati utili consecutivi in cui ha preso un solo gol, ma noi abbiamo lavorato bene, con voglia ed entusiasmo. Loro faranno la partita della vita e noi faremo il Catania. Giusto sfruttare le loro caratteristiche, noi in campo abbiamo dei valori che alla fine usciranno fuori se faremo una partita propositiva, come dimostrato finora. Massimo rispetto per la Sancataldese, squadra in crescita e che ha ritrovato compattezza”.
“Se qualcuno è stanco? Giochiamo una gara ogni sette giorni, quindi non avverto la necessità di fare cambi in funzione della stanchezza. Bisogna far giocare chi è più in forma e chi sta in panchina deve farsi trovare pronto. Possono giocare tutti avendo a disposizione una rosa ampia, che rappresenta una fortuna per me. Conta portare avanti il progetto lavorativo della società. Poi se qualcuno non fosse al top della condizione abbiamo una super società ed uno staff attrezzato che fa le valutazioni del caso, eventualmente giocherebbero altri interpreti. Non gioca mai chi non è in condizione, questo sicuramente. E’ fondamentale essere parte integrante del progetto Catania. Settimana dopo settimana vogliamo consolidare il nostro primato e andare avanti”.
“Nella rifinitura avremo un quadro più chiaro della situazione legata all’infermeria. Chiarella sarà a disposizione perché ha svolto l’intera settimana di lavoro. Lui e Forchignone sono due esterni, con due under in più si crea una maggiore competizione. Molti calciatori stanno prendendo la condizione fisica, anche Pedicone ha un piede sinistro importante e lo vedo da questa settimana più in palla e pronto. Litteri si è allenato a parte, sarà il nostro rinforzo per gennaio. A volte qualcuno va in tribuna anche per via del discorso under, in panchina posso portarne 20. Io faccio sempre i complimenti ai ragazzi, ringraziando la società ed il pubblico che ci spinge ogni domenica. A volte negli ultimi 30 metri forziamo troppo la giocata perchè vogliamo subito cercare la profondità quando, invece, dovremmo giocare più in ampiezza ma sono scelte individuali ed istintive. Dovremmo essere anche più pazienti, consapevoli che prima o poi lo spazio lo troviamo. Dobbiamo sempre dimostrare tutti quanti di essere importanti e funzionali. L’abbondanza fa bene, non è un male”.
“Le critiche fanno parte del gioco, di un percorso della squadra. In Italia, si sa, siamo tutti allenatori ma la D è un campionato particolare, in questa categoria bisogna essere equilibrati, cinici, a volte il risultato va al di là del gioco, ne sono consapevole io e lo è la squadra. Domenica rivedendo la gara abbiamo fatto tanto possesso palla, sia Lorenzini che Castellini hanno giocato oltre la metà campo con una difesa altissima. Poi gli avversari si difendono, forse saremmo dovuti essere più brillanti nel giro palla ma sono contento della prestazione offerta. Contano i punti, e qui a Catania non si può sbagliare niente. Bisogna avere rispetto del lavoro di uno staff che cerca sempre di operare le scelte migliori”.
“C’è sempre una fase di studio nei primi 15 minuti, l’Acireale ha giocato molto basso ed era difficile per noi trovare la profondità. Dovevamo essere più bravi a girare la palla a destra e a sinistra e nell’individualità, cercando di fare l’uno contro uno. Ma ho visto un gran secondo tempo con 3-4 palle gol create in un derby sentito, inoltre giocando su un campo non ideale per le nostre caratteristiche avendo noi giocatori più votati a giocare palla a terra ed in velocità. Ripeto, sono contento della prestazione, del risultato ottenuto dalla squadra e sarò contento soprattutto quando avremo raggiunto l’obiettivo. Se fossero mancati i risultati ma ci fosse stata un’espressione di gioco migliore, la situazione sarebbe stata diversa. Ognuno di noi si sta facendo conoscere in questa realtà di 16mila tifosi ogni domenica, dobbiamo confermarci con il lavoro e l’abnegazione.
Giovinco è un professionista, si allena bene, troverà il suo spazio in questo Catania. Fare panchina o tribuna qui è come giocare in una piazza importante di D. Ricordiamo che la quasi totalità della rosa è composta da calciatori che non avevano mai giocato in Serie D prima di quest’anno. Ho acquisito una certa mentalità e spero di trasferirla a voi giornalisti e al pubblico, perchè vincere non è mai facile. Ci sono sempre delle insidie, chi vuole fare la partita della vita desidera batterci giustamente. Le nostre motivazioni sono rappresentate dalla conferma del nostro valore in ogni gara, per il nostro pubblico, la società e noi stessi. Chi ha firmato per il Catania sa di avere sposato un progetto che comprende l’allestimento di una rosa ampia in tutti i settori del campo e lo svolgimento ottimale della settimana di lavoro. Perché se lavoriamo bene in settimana viene fuori un lavoro di grande qualità e, a fine stagione, tutti i giocatori ne beneficeranno a prescindere dal minutaggio anche in termini di crescita professionale. Andiamo avanti con la nostra mentalità”.
“Nessuno ha il posto assicurato in campo. Nelle partitelle schiero elementi come Jefferson da una parte e Sarao dall’altra, dunque per i nostri difensori s’innalza la qualità dell’allenamento. A volte capita anche di utilizzare qualcuno in una posizione diversa tatticamente, ci può stare se hanno le caratteristiche per farlo. Penso a Boccia, ad esempio, terzino destro che gioca a sinistra per avere un over in più a disposizione in attacco. Lo stesso Rapisarda può giocare più avanti, Russotto all’occorrenza può anche ricoprire il ruolo di interno di centrocampo. Capita anche di portare in panchina un attaccante in più quando so di affrontare squadre che si chiudono bene. L’importante è avere la testa e la capacità di mettersi a disposizione della squadra facendo una corsa in più. I calciatori schierati in avanti, tolti Jefferson e Sarao che possiedono caratteristiche diverse, si spostano molto. De Luca, ad esempio, rientrava spesso sotto punta domenica. Non ci fossilizziamo sul fatto che si debba giocare sugli esterni perché, a volte, lo spazio devi trovarlo anche da solo”.
“Mercato? Forse abbiamo bisogno solo di un 2004, per il resto il Catania non ha la necessità d’intervenire. Siamo partiti con questa rosa e per me va super bene, sarebbe importante mantenere quest’organico fino alla fine della stagione. Se cederemo qualcuno in prestito? Nessuna valutazione è stata fatta in tal senso. Sono contentissimo di allenare questi calciatori. Dispiace quando qualcuno gioca meno o va in tribuna, ma fa parte del mio lavoro. Agostinho? Arriverà sicuramente un 2004, perchè sono in tanti che vogliono venire a Catania anche per l’importanza della piazza”.
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