CENTROCAMPO: alternative e certezze consolidate, modalità per cambiare marcia

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Qualità vs quantità, geometrie vs corsa, abilità difensive vs inserimenti offensivi. Nella costruzione del centrocampo di una squadra di calcio, molte sono le valutazioni da fare e le caratteristiche dei calciatori che compongono il reparto devono potersi adattare tra loro formando un pacchetto funzionale al gioco del resto della squadra, tenendo conto ad esempio delle abilità tecniche degli esterni difensivi o dei giocatori di attacco per la costruzione della manovra. Insomma, materia complessa quella della mediana, e quando si parla di quella del Catania molte sono le considerazioni che nascono guardando agli interpreti.

Giovanni Ferraro ha dato più spazio a quattro calciatori: Rizzo, Lodi, Vitale e Palermo. In panchina ci sarebbero elementi come Bani che potrebbero dare un contributo significativo nelle prossime settimane, ma sia lui che altri (Buffa, Alessandro Russotto, Di Grazia e Scognamiglio) sono stati colpiti da alcuni infortuni. Si è vista in rare circostanze una variante con Lodi in panchina e Palermo sul rettangolo verde, mentre Rizzo è stato spostato al centro del terzetto di centrocampo. Altre volte, invece, a gara in corso si è optato per la soluzione a 2 con il 4-2-3-1 e più uomini offensivi contemporaneamente in campo.

Una cosa è certa, sarebbe stato meglio avere tutti a disposizione e trovare soluzioni alternative per cambiare la pelle del Catania e di conseguenza il suo gioco, diventando imprevedibile per gli avversari. Ad ogni modo la qualità non manca, lo stesso forse non può dirsi sull’assortimento. Anche l’atteggiamento degli avversari fa la sua parte: con un pressing deciso e tanto mordente far girare la palla e portarla in attacco diventa più difficile e diventa sistematico il lancio in avanti. In attesa della migliore quadratura, intanto, i rossazzurri viaggiano comunque spediti verso l’obiettivo senza intoppi.

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