Nei giorni scorsi l’estremo difensore del Catania Klavs Bethers è stato ospite negli studi televisivi di Telecolor, partecipando alla trasmissione ‘Corner’. Il portiere rossazzurro ha rilasciato alcune dichiarazioni. Ecco quanto evidenziato:
“Sono felice, ringrazio il Catania per l’opportunità concessa. L’importante è vincere, poi se non prendiamo gol è ancora meglio. Domenica ho effettuato alcune parate determinanti, ricordo anche altri interventi impegnativi contro Ragusa, Vibonese e Castrovillari. Non c’è un unico portiere a cui m’ispiro. Vista la mia altezza, seguo portieri non troppo alti. Lo svizzero Yann Sommer che gioca in Bundesliga, Marc-André ter Stegen del Barcelona ma anche Ederson (Manchester City), perchè mi piace molto come gioca con i piedi”.
“Il mio approdo in Italia? L’anno scorso, a fine novembre, in Lettonia la stagione era già conclusa, il mio procuratore mi mandò un messaggio dicendomi di una squadra italiana interessata a farmi svolgere un periodo di prova, il Città di Sant’Agata. Dissi subito di sì, poi dopo 3-4 giorni vollero tesserarmi. A campionato concluso mi ha tesserato il Piacenza, successivamente il procuratore mi ha parlato dell’ipotesi prestito a Catania ed ho accettato perchè sapevo di misurarmi in una società nuova e ambiziosa, in una grande città. C’erano altre squadre ma ho preferito dire sì al Catania. Ricordo ancora con piacere la prima gara casalinga a difesa dei pali rossazzurri contro il San Luca, non ero abituato a vedere così tanto pubblico sugli spalti. Sembrava come giocare una partita di Champions League”.
“Io ho iniziato a giocare a calcio come centrocampista. Dopo un anno l’allenatore di allora disse che mancava un portiere, io volli provare ed il ruolo mi è piaciuto. Ho imparato anche a riconoscere l’importanza di uscire dall’area di rigore chiudendo lo spazio tra me e il difensore, all’età di 14-15 anni un allenatore mi trasmise questo concetto. Tomei? Il nostro preparatore ci aiuta molto mentalmente, è dotato di grande personalità. Proviamo durante la settimana quel che bisogna mettere in partita, studiamo i rigoristi, prevediamo delle situazioni. Se lui vede che non stai bene parla con te, ti aiuta. Con Tomei lavoriamo inoltre sulla lunghezza dei passaggi. Viene attribuita importanza anche alla capacità di giocare con i piedi, fondamentale nel calcio moderno. Con chi vado particolarmente d’accordo nel gruppo? Lubishtani e Groaz. Siamo sempre insieme, scherziamo”.
“A Catania c’è molta pressione da parte dell’ambiente e non è semplice da gestire. Ma l’importante è fare risultati, nel contesto di un campionato in cui il livello quest’anno è più alto del precedente secondo me. Se c’è un avversario che temiamo in particolare? Prestiamo attenzione a tutti perchè qualsiasi squadra può vincere o perdere con chiunque. Noi abbiamo perso punti a Cittanova, ad esempio. Giochiamo sempre per vincere perchè la squadra è forte, ma sinceramente non mi aspettavo di avere già 11 punti di vantaggio in classifica. L’anno scorso Cavese e Gelbison erano ai primi posti lottando punto su punto, alla fine il campionato lo vinse la Gelbison”.
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