L’attaccante del Catania Manuel Sarao, ospite della trasmissione sportiva ‘Corner’ su Telecolor ha parlato del percorso rossazzurro, delle ambizioni della squadra e commentato la prestazione offerta domenica contro il Città di Sant’Agata:
“La sensazione di essere una squadra forte c’era già all’inizio, ma non sapevamo come un gruppo così importante, composto da giocatori quasi tutti di categoria superiore, potesse affrontare un campionato del genere. Questo era il dilemma iniziale, poi abbiamo visto che siamo un gruppo di ragazzi intelligenti che si sono totalmente calati nella realtà della Serie D”.
“Il motto che ci ripetiamo spesso è che senza soffrire non vinciamo mai. Soffrire non vuol dire per forza andare in svantaggio o subire dei gol. Durante una partita ci sono tante partite, momenti in cui spingi e c’è da difendere. Noi in questo senso siamo mentalizzati bene. Siamo stati bravi domenica, in una giornata non brillantissima sul piano fisico, a difenderci e portare a casa il bottino pieno, che poi è l’obiettivo della squadra. E’ stato un calo fisiologico da parte nostra, ma basta un’azione per cambiare l’inerzia di una partita. Bravi siamo stati a riprendere la strada giusta ed a portarla a casa “.
“Siamo tutti giocatori forti, tra gli assenti spicca anche Gianluca (Litteri, ndr). Ogni allenamento per noi è fondamentale, la concorrenza è leale ed il mister è bravo a gestire queste situazioni, ti porta ad alzare l’asticella e la temperatura in allenamento. Personalmente cerco di dare sempre il massimo, poi il mister fa le sue valutazioni”.
“Sono stato qui durante il lockdown, quindi non avevo vissuto a pieno regime la piazza giocando a porte chiuse. Questo era un pò il mio rammarico. Dovetti andare via, fu una scelta obbligata. Ma avevo detto al mio procuratore che se ci fosse stata la possibilità di vendere il Catania ad una società importante il mio obiettivo e sogno sarebbe stato quello di tornare qui, e spero di rimanerci a lungo perchè la mia famiglia sta bene, io pure. Questo è fondamentale. Giocare a Catania credo sia il sogno di ogni calciatore perchè qua ti fanno sentire davvero importante. Anche se il Gubbio mi avesse detto il primo giorno di ritiro di andare in B, non sarei rimasto comunque lì. Non c’è classifica che tenga, quello che stiamo vivendo adesso a Catania lo auguro ad ogni calciatore”.
“Sant’Agata squadra molto preparata. Correvano, leali, si sono giocati la partita senza fare molti casini, detto in termini pratici, poi a fine gara ci siamo stretti la mano e gli abbiamo fatto i complimenti perchè forse è l’unica squadra venuta qui a giocarsela a viso aperto. Questo ha reso la partita molto bella da vedere. Siamo andati in vantaggio, poi loro hanno attaccato con ordine e noi abbiamo abbassato un pò il baricentro, poi però i cambi a disposizione ti possono riaccendere quella fiamma che durante la partita può abbassarsi”.
“Io sono un attaccante a cui piace lavorare per la squadra. Un attaccante ovviamente vive per il gol ma io se la squadra ha bisogno non ce la faccio ad aspettare la palla in area. Ad esempio domenica mi era stato assegnato il compito di portar via 1-2 giocatori perchè poi da dietro s’inserisse qualcuno. Il gol del 2-0 è arrivato così, attaccando il primo palo come mi ha chiesto Lele Catania. E’ primaria la vittoria della squadra, poi se Manuel fa gol tanto di cappello. L’importante è il risultato finale. A volte mi abbasso troppo, ma sono qui per migliorarmi e cercare soluzioni per il bene della squadra”.
“La D non è una categoria facile. Anche il Lamezia è un’ottima squadra ma sulla carta non credo ci siano paragoni, magari in C invece come te ce ne sono 3 o 4 a girone. Questo è un fattore che la dice lunga sulla differenza di categoria tra D e C. Tutte le squadre, a parte domenica, vengono a difendersi e fai fatica a trovare la rete. L’importante è che i gol portino punti alla squadra, a prescindere da chi segna”.
“Giovinco in panchina? Quando non giochi è normale che non sei felice, altrimenti hai sbagliato lavoro. Ma Giovinco è sempre positivo per la squadra. Per noi è fondamentale. Deve solo stare sereno e magari, chissà, farà uno dei gol più importanti della stagione. E’ un amico, deve stare tranquillo e continuare a fare quello che sta facendo. Visto che spesso chi entra dalla panchina fa la differenza, probabilmente è meglio entrare a gara in corso, ma non diciamolo al mister (sorride, ndr). A Cittanova sarà difficile. Gara che non mi piace, fuori casa, in Calabria su un campo piccolo e loro sono nei bassifondi della classifica, devono salvarsi. Sarà dura ma sono sereno. La partita contro il Sant’Agata è già archiviata, il mister non colpevolizza nessuno ed è qui per farci crescere”.
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