Lo scorso mese di settembre aveva partecipato alla presentazione ufficiale del Catania SSD, esibendosi con due canzoni significative per la squadra e la città dell’Elefante (==>> qui un estratto video dell’esibizione). Nei giorni scorsi Giuseppe Castiglia, ospite della trasmissione ‘Unica Night’, su TRM, ha parlato del rapporto dei tifosi con i colori rossazzurri e di aspetti di campo e societari legati al Catania.
“Catania è una città che rapisce – le sue parole – con tutti i problemi e le contraddizioni che ha. Anche il catanese ha un modo di fare accogliente, avvolgente. Poi il tifoso deve fare il tifoso, se perdi ti sostiene ma allo stesso tempo non può celare la propria delusione, forse nella nostra città questo accade in un modo un pò più folkloristico. Nel bene o nel male c’è chi si innamora di Catania e non la lascia più”.
“Il pubblico di Catania rappresenta un club con alle spalle una storia abbastanza importante, è il dodicesimo uomo in campo e le avversarie in qualche modo lo subiscono. C’è un attaccamento alla città e alla squadra tale da prescindere dalla categoria in cui si gioca. Il tifoso catanese è così. I tifosi ci sono sempre stati perchè Catania probabilmente ha questa peculiarità, questo affetto. In un momento storico in cui c’erano da risollevare le sorti calcistiche della città, il tifoso del Catania era chiaro che non potesse mancare. C’è questa presenza, questa voglia del tifoso di sentirsi partecipe del sostegno, e sa che acquistando l’abbonamento o la maglietta sostiene la società. L’affetto va ricambiato, come in tutti i rapporti c’è un affetto reciproco se entrambi mettono qualcosa. La società, in questo caso, mette la propria competenza, i propri soldi, e non è poco. I tifosi allora rispondono anche con la presenza allo stadio. Non so quanti altri club in Italia possono permettersi di raccogliere così tanti abbonamenti in Serie D vendendo le maglie velocemente”.
“Abbiamo dei ragazzi che hanno entusiasmo, anche perché si sentono accolti da una società che funziona, inoltre molti di loro sono catanesi e questo è motivo di orgoglio. Relativamente ai giovani, poi, avere accanto in uno spogliatoio qualcuno che per loro era un mito qualche anno fa, è importantissimo. Vedi Lodi che ha fatto gol in Serie A a gente come Buffon e dà un sacco di consigli ai ragazzi, traina la squadra. Anche queste sono scelte accurate, intelligenti”.
“Il calcio è una vetrina importante anche perché genera un indotto incredibile. Basti pensare che quando tu giochi in Serie A con tante tv collegate si muove un indotto di tecnici, manovalanza di qualunque tipo di lavoro, alberghi, ristoranti, la città è sotto i riflettori. E’ un fatto globale. il pallone porta benefici. Naturalmente avere una città in Serie A non è la stessa cosa che in D. Catania riparte dal basso, pazienza, ce ne faremo una ragione ma mi pare che tutto abbia una correlazione: la città che cerca di ripartire, il preannunciato restyling allo stadio, una nuova proprietà. Ci sono segnali di un cambiamento verso il meglio”.
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