A MENTE FREDDA: l’analisi del match disputato dal Catania a Paternò

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E sono otto successi di fila. Un Catania costantemente affamato di vittorie riesce ad imporsi anche al “Falcone-Borsellino”. Lo fa in scioltezza, senza correre grossi rischi, evidenziando una superiorità tecnica piuttosto marcata rispetto ad un avversario che ha avuto l’onore di provare a giocarsela a viso aperto, pagando l’inesperienza di molti suoi interpreti. Un Catania che vince e convince, che diverte e si diverte sul rettangolo verde. Continuando a registrare progressi sul piano del gioco, della tenuta atletica e dell’affiatamento di un gruppo sempre più unito, compatto e coeso.

Molto bene così per la truppa sapientemente guidata da mister Ferraro, che conferma di saper gestire uno spogliatoio ricco di elementi di spessore, adoperando le giuste scelte nell’economia della gara. Risposte eccellenti fornite sia da chi viene chiamato in causa dal 1′, che dai calciatori che subentrano in corso d’opera. Non importa il minutaggio. Possono bastare anche cinque minuti per dare un contributo importante. Concetto spesso rimarcato dallo stesso Ferraro e che trova fondatezza nei fatti.

Segno che i giocatori hanno capito che prevale l’obiettivo comune, massimizzare cioè l’impegno rappresentando la causa del Catania a prescindere dai minuti a disposizione. Con uno spiccato senso d’appartenenza e l’entusiasmo derivante dai risultati e dalla qualità elevata degli allenamenti svolti quotidianamente, questo Catania continua a non arrestare la propria corsa. Ogni singolo componente del gruppo lascia il segno, non facendo mai venire a mancare voglia e spirito di sacrificio.

A Paternò la squadra è stata letale sulle corsie esterne, sfrecciando soprattutto a destra dove Rapisarda e Sarno hanno corso come due indemoniati. Il centrocampo sta acquisendo degli equilibri che appaiono sempre più oleati con Lodi efficace distributore di palloni, Vitale che s’inserisce spesso, Rizzo che fa altrettanto correndo a perdifiato effettuando anche un lavoro egregio di fase d’interdizione. Sarao, in avanti, lotta su ogni centimetro di campo. Jefferson e Andrea Russotto (rientrato in campo dopo l’infortunio) fanno rifiatare i compagni, assicurando ugualmente uno standard di rendimento elevato.

Lorenzini si conferma muro invalicabile al centro della difesa, reparto granitico al di là del fatto che agisca Somma o Ferrara in posizione centrale. Castellini gioca in un ruolo non propriamente suo ma, ormai, da tempo il mister lo vede a sinistra e lui svolge con diligenza e personalità i compiti assegnatigli. Ma per non fare un torto a nessuno, tutti i rossazzurri schierati da Ferraro sono stati protagonisti a Paternò, Under e Over allo stesso modo.

In conclusione vale anche la pena sottolineare l’atmosfera intrisa di calore e passione che si respirava al “Falcone-Borsellino” davanti a più di 2mila spettatori. Davvero incontenibile la fame di calcio del popolo rossazzurro, in questo caso nel contesto di un clima amichevole sugli spalti. “Sono paternese ma tifo sia Catania che Paternò”, le parole di una bambina presente allo stadio con indosso un cappellino recante la scritta ‘Catania’. Basta questo per descrivere come i paternesi abbiano vissuto emotivamente la partita. Salutando con simpatia ed accoglienza i ‘vicini’ catanesi ed il Catania. A conclusione di una giornata che ha visto prevalere, sul campo, la squadra dell’Elefante e trionfare lo sport.

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