Pokerissimo di vittorie in campionato, ieri altre quattro reti rifilate stavolta al Castrovillari che non ha potuto far altro che resistere nel secondo tempo ad una vera e propria marea rossazzurra. In città è tornata la Catania Mania, alimentata da ingredienti che negli ultimi anni sono mancati: gli investimenti importanti di una proprietà che ha entusiasmo (in tal senso è diventata una piacevole abitudine da parte di Ross Pelligra inviare le proprie foto in preda all’euforia durante le partite dopo un goal degli etnei), la forza di una squadra costruita con il chiaro intento di vincere, una città coinvolta nella sua interezza nel processo di ricostruzione.
In campo il Catania ha brillato nel secondo tempo, dopo un primo di forcing ma di mancata incisività sotto porta (e la sfortuna nel caso del palo colpito da Lorenzini). Catania scopre e consacra definitivamente anche Jefferson, autore di una doppietta da attaccante vero, che ha chiuso i giochi dopo la rete di Sarao e la parabola beffarda di Sarno dalla bandierina del calcio d’angolo. Ancora una volta ha fatto bene Giovanni Ferraro, agevolato da una panchina “monstre”, cambiando al momento giusto e dando una svolta al match, poi chiuso – appunto – in scioltezza.
“Ah, come gioca il Catania!”. Avrebbe detto così Maurizio Mosca, perché in effetti dopo le ultime due partite finalmente anche nel gioco si comincia a vedere l’identità di questo gruppo. Accorgimenti chiari, semplici e lineari che si sviluppano sulla cresta dell’onda della grande qualità degli interpreti chiamati a giocare per ridare lustro alla piazza catanese.
Tutto per il momento sembra funzionare a dovere, in classifica si è innescato un testa a testa tra il Catania e il Lamezia. Dopo cinque giornate un primo bilancio è certamente positivo, ma soltanto al giro di boa si potranno trarre nel merito considerazioni più approfondite e reali sull’andazzo della stagione.
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