Ringraziamo per essere intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com l’agente FIFA Paolo Tricoli. Si è soffermato sull’inizio di stagione del Catania e le potenzialità della squadra in cui militano uno dei suoi assistiti, Giuseppe Giovinco, e Matteo Tomei, attuale preparatore dei portieri che ben conosce per averlo avuto nella propria scuderia ed essere stati compagni di squadra.
Come valutare il valore dell’organico messo in piedi dal Catania SSD?
“La società ha allestito uno squadrone. Credo che oggi il Catania, senza cambiare nulla della rosa a disposizione, sarebbe protagonista anche in C. Squadra costruita per centrare, pronti via, la promozione con una base importante per la prossima stagione. Al di là di Giuseppe che è un mio giocatore, altri li conosco bene. Il Catania ha preso dei calciatori forti, ma ancor prima di esserlo sono degli uomini. Per costruire una squadra forte dove c’è chi deve giocare, chi gioca di più, chi gioca di meno e si alterna, hai bisogno anche di uomini che sappiano aspettare il loro momento e capiscano che l’obiettivo comune deve essere uno solo, per tutti i giocatori e lo staff: riportare il Catania intanto in C e poi prepararsi ad una scalata”.
Già, prepararsi ad una scalata. Mica facile…
“Io ho avuto la fortuna di vincere in Serie C da calciatore tre volte, due dalla C alla B e una dalla C2 alla C1, non è semplice. Vero. Ma quando hai una società organizzata, strutturata, con gli attributi e un gruppo di giocatori con una base che magari ti porti dietro negli anni e sulla quale costruisci e migliori, il discorso cambia. Quando una squadra vince ha dei valori, e vincere è difficile in tutte le categorie. Se i valori ci sono vuol dire che esiste una base importante su cui costruire. Quel che è stato fatto a Catania, considerando che non è facile ripartire dopo un fallimento cambiando l’intera rosa in una piazza meravigliosa ma dove ci sono pressioni e aspettative, è importantissimo costruendo una base societaria e di giocatori che possono avere un futuro ed essere un traino nel tempo”.
In questa rosa c’è anche la forza degli Under, aspetto tutt’altro che trascurabile.
“Sono trascinati da over importanti ma soprattutto da uomini importanti. A volte ci può essere il giocatore più forte di tutti che però è un egoista e pensa solo a se stesso. E quindi può essere forte ma non un traino, anzi magari mette delle pressioni ai ragazzini. Invece la forza del Catania è quella di avere giocatori forti e uomini, come dicevo prima. Ne beneficiano lo spogliatoio ed i giovani stessi che hanno bisogno di gente che ti possa guidare. Le pressioni devono esserci in una piazza come Catania che pensa unicamente a vincere e costruire per il futuro. Avendo calciatori esperti che sono uomini, anche per i giovani diventa un po’ più semplice costruire la loro carriera ed affrontare una stagione in cui devi armarti di pazienza, coraggio, determinazione, veleno perché ti aspettano tutti, chiunque non vede l’ora di fare lo sgambetto al Catania. Poi è vero anche che la società ha preso giovani forti, tutti, dal primo all’ultimo. Qualcuno probabilmente s’imporrebbe in qualche categoria superiore già oggi”.
La rosa del Catania è molto ampia. Scelta condivisibile?
“Adesso vinci e va tutto bene, ma bisogna fare i conti nel corso della stagione con problemi muscolarI, squalifiche e cali di forma. Secondo me oggi il Catania si è attrezzato per ovviare a qualunque imprevisto che ci può essere in una stagione lunga. Cambiano tante variabili in un campionato e secondo me la rosa del Catania è pronta per affrontare qualsiasi eventualità. La società non vuole sbagliare”.
Giovinco è stato uno dei primi giocatori a sposare il progetto Catania, accettando di scendere di categoria malgrado avesse ricevuto proposte allettanti dalla C. Attualmente non gioca spesso…
“Credo che sia stato un volersi bene o un voler costruire qualcosa insieme sin dall’inizio. La proprietà ha dimostrato di volere Peppe fortemente. Appena saputo di Catania, Peppe non ha voluto ragionare su altro. Al di là della categoria, al di là di un fallimento avvenuto poco tempo prima, ha subito considerato Catania una piazza talmente bella che avrebbe voluto cercare di avere un futuro in questa realtà. Ne ha tutte le doti e capacità umane, tecniche e calcistiche. Quando sposi un progetto come Catania, che ho la certezza non sia a breve termine ma a lunga scadenza, devi sapere di essere un tassello importante. Poi ci sono giocatori che magari in una parte della stagione possono essere importanti in una veste, poi lo sono in un’altra. Il Catania si sta ricostruendo e oggi ogni giocatore, membro dello staff e dirigente sta mettendo un mattone sopra l’altro per costruire il Catania che verrà. Poi è determinante approntare il massimo che può in ogni momento per la causa. Il tempo dirà”.
Nello staff tecnico del Catania figura anche Matteo Tomei, preparatore dei portieri. Se oggi si parla molto bene degli estremi difensori under del Catania, parte del merito è attribuibile anche a lui.
“E’ stato un mio giocatore, in passato poteva essere già rossazzurro. Prima di accettare la proposta del direttore Laneri, con il quale aveva lavorato a Siracusa, ricevette un paio di offerte da società di Serie C che gli avevano proposto di giocare, nel girone C. Ma quando è nata la possibilità di Catania non ci ha pensato un attimo. Al di là dell’affetto che mi lega a Matteo, perché eravamo compagni di squadra e poi è stato un mio giocatore – oggi purtroppo per lui non gioca più ma lo potrebbe fare ancora benissimo -, si è buttato anima e corpo in questa nuova avventura e so il valore di Matteo come uomo e professionista. Non avevo dubbi che avesse trasmesso la sua professionalità ed il il proprio entusiasmo ai portieri. Credo che quello che si sta vedendo sia anche una conseguenza del lavoro e dell’amore che Matteo ci mette nella sua quotidianità durante gli allenamenti”.
Ultima considerazione. Questo Catania davvero non avrà rivali in campionato?
“Io credo che oggi sia determinante per il Catania non perdere di vista l’obiettivo e l’umiltà con la quale la squadra si è calata in questa categoria, perché la maggior parte dei giocatori che oggi giocano nel Catania fanno la Serie D per la prima volta, forse la seconda in carriera. E non è un campionato semplice, perché ti porta tante insidie. Il Catania ha in organico uomini che si sono calati in questa categoria e possiedono valori tecnici e morali importantissimi, quindi sanno della difficoltà del campionato e che fino alla fine devono stare con gli occhi fissi sull’obiettivo, senza pensare agli altri. Saranno sul pezzo e continueranno a macinare punti come stanno facendo”.
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