Lungo intervento di Francesco Lodi, a ‘Corner’, nota trasmissione televisiva su Telecolor. Il centrocampista e capitano rossazzurro si mostra sereno, ne ha approfittato per svelare anche qualche aneddoto curioso:
“L’emozione per il gol a Ragusa è stata talmente forte perchè ho iniziato un percorso nuovo con una società nuova desiderando di andare a segno, e proprio su punizione. La dinamica del gol, tra l’altro, mi ha ricordato quando Bergessio me lo aveva rubato contro il Cagliari in Serie A, stavolta la palla non l’ha toccata nessuno. Si riparte con un ciclo lungo e battagliero, perchè come Ragusa ce ne saranno tante di battaglie, ma la squadra penso abbia capito subito cosa ci aspetti. Ho molta fiducia anche negli Under che hanno dimostrato di essere veramente bravi. Bisogna continuare a combattere in ogni partita, non dalla domenica bensì durante la settimana. Perchè se lavori bene in settimana, poi la domenica ti viene facile mettere in pratica quel che il mister ti chiede. La qualità dell’allenamento, peraltro, aumenta con tanti giocatori anche di categorie superiori, perchè accresci la competizione, tieni sempre alto il livello della stessa e questo è un bene. Il mister ha l’imbarazzo della scelta, all’interno di un gruppo di giocatori che sono stati chiamati per vincere”.
“In questa categoria gli under fanno la differenza e con la regola dei cinque cambi puoi stravolgere l’andamento di una partita. Anche chi stava in panchina domenica si è rivelato importante incitando dall’inizio alla fine. Chi è subentrato ha fatto bene come chi ha giocato dall’inizio. Inoltre c’erano altri elementi rimasti a casa, qualcuno è andato in tribuna. Per vincere un campionato serve una rosa importante come quella del Catania perchè durante l’anno possono esserci infortuni, squalifiche, casi di Covid, quindi non bisogna farsi trovare impreparati. Il posto va conquistato in allenamento con la giusta armonia, per il bene del Catania. Non esiste l’Io nel nostro spogliatoio, ma il Noi. E’ importante anche giocare 10 minuti. Avendo una rosa ampia l’allenatore sceglierà di gara in gara chi far giocare anche in base alla tipologia di partite, alle condizioni del campo, alle caratteristiche dell’avversario. Chi ha firmato per il Catania sapeva a cosa andasse in contro. Se ti chiama il Catania sai che puoi trovare più giocatori del tuo stesso livello e devi conquistare il posto durante la settimana”.
“Come si è sviluppata la trattativa per il mio ritorno? Io non ho mai parlato, poi quando c’è stata l’ufficialità di Pelligra presidente, sono stato contattato chiedendomi se fossi disposto a dare una mano come uomo-simbolo, se me la sentissi ancora di giocare. A quel punto ho dato subito l’ok. Tante squadre mi hanno chiamato però io ho dato la precedenza al Catania, per me non esistono categorie e altre squadre con tutto il rispetto per loro. E’ nato tutto così. Grella? Come giocatore mi ha fatto crescere, dandomi anche tanti di quegli scappellotti… io ero giovane, facevo la spola tra la Primavera e la Prima Squadra, tante ‘legnate’ da parte sua mi hanno fatto crescere. Ho ancora in mente i consigli ricevuti dai grandi calciatori, ogni tanto li ripasso. Adesso faccio io lo stesso nei confronti dei giovani, facendo riferimento ai consigli ricevuti in passato”.
“Io non posso giocare ogni tre giorni, ci sta che possa rifiatare. Il mister avrà i suoi prospetti tattici quando mancherò io, come è giusto che sia, può variare anche modulo quando non ci sono. Conta solo che vinca il Catania, il resto è fuffa. Il concetto di catanesità? Lo abbiamo fatto nostro. Qui ci sono catanesi che hanno a cuore le sorti del Catania perchè non hanno mai potuto giocare con questa maglia davanti a tante persone. Quindi penso che da parte loro non ci sarà mai uno sbaglio. E’ come darsi una coltellata. E’ la loro città, stanno facendo capire anche attraverso piccoli atteggiamenti positivi l’importanza di indossare la maglia del Catania. Biagianti? Era molto emozionato alla presentazione della squadra, ci siamo dati un abbraccio forte. Sapete cos’ha dato al Catania, gli auguro di continuare così. Ci sta che questo nostro attaccamento sia ben visto dai ragazzi. Anche il fatto di arrivare sempre un’ora e mezza prima al campo. Queste sono cose importanti”.
“Pelligra? La città di Catania penso sia in buone mani. E’ venuto a trovarci a Ragalna, ci ha raccontato la sua storia. E’ una persona che poteva benissimo non lavorare ed invece è il primo che lavora già dalle 6 del mattino. Questo ti fa capire la voglia che ha di migliorarsi. Non è sempre qui ma ci fa sentire la propria vicinanza tramite la dirigenza del Catania, questo a noi fa piacere perchè sappiamo quanto lui tenga a riportare il Catania dove merita. Ha scelto un gruppo di persone fidate, i giocatori scelti sono qui per vincere. Noi ogni domenica suderemo la maglia e cercheremo di raccogliere i frutti”.
“Come sarà mercoledì il mio ritorno al ‘Massimino’? Penso ancora a quella punizione contro il Siena che è andata a stamparsi sulla traversa… io sono mezzo napoletano e mezzo catanese, lo sapete, ma il napoletano è anche scaramantico. Le emozioni che adesso percepisco non ve le posso dire. Mi auguro di viverle mercoledì perchè io già mi faccio i film nella testa. Futuro da allenatore? Avere a che fare con 25 teste come me non è granchè. Mi piacerebbe fare da collante tra società e squadra, altrimenti anche il procuratore. Adesso però ho un obiettivo, tutto il resto viene dopo”.
“La convocazione mancata agli Europei del 2012 come vice Pirlo? Mi era arrivata la preconvocazione, poi fu chiamato Verratti dopo il passaggio al PSG e Prandelli disse di avere scelto lui perchè più giovane, ma un pò ci rimasi male perchè ho fatto tutte le Nazionali, inutile nasconderlo. Mister Ferraro? Allenatore che conosce bene la categoria, osserva tanto, ti fa stare bene e quello che chiede lo devi mettere in pratica. Anche per lui questo campionato è importante. Perchè vincere in questa piazza ti può cambiare tanto”.
“Prima del ritorno al Catania ho lavorato con un preparatore personale, ogni mattina alle 8.30 mi allenavo, mi ero prefissato di arrivare in ritiro senza troppa fatica, del resto ho pur sempre 38 anni. Sto tenendo un alimentazione un pò più corretta. Adesso se c’è un dolce a tavola mi alzo e me ne vado (ride, ndr). Questo è un anno troppo importante. Le emozioni che io provo, i brividi quando vedo qualcosa di vecchio del Catania, sono indescrivibili. Non posso sbagliare niente. Il campionato lo vinciamo con il gruppo, io devo dare la marcia in più come atteggiamento, comportamento da tenere in campo e nello spogliatoio”.
“Personalmente sono sereno perchè so che i miei compagni sono forti, la società è forte, la piazza è fortissima, vive di calcio e deve ritornare dove gli compete dopo avere sofferto tanto. Ed è giusto che lo faccia con l’aiuto nostro, della società, della stampa, di tutti. Vedo allenare i miei compagni, la società come ci tratta, i tifosi come rispondono. Devono preoccuparsi le altre squadre, ma noi non dobbiamo commettere l’errore di sentirci forti perchè ci chiamiamo Catania. La società sta bene economicamente e 2000 tifosi ci seguno in trasferta ma non faremo questo errore, lo abbiamo già dimostrato. In ogni partita dovremo avere la stessa cattiveria e aggressività nei contrasti degli avversari, poi la qualità viene fuori. Perchè la scelta del portiere under? Perchè per vincere il campionato devi avere la spina dorsale over. Ad esempio con i centrali di difesa under, trovi dei marpioni o punte come quelle del Catania e vai in difficoltà”.
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