L’articolo riportato è uno stralcio dell’originale, non volto a sostituirsi a questo, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando il giornale ‘La Sicilia’ in rassegna
Alla soddisfazione del club – per un volume di abbonamenti che avvicina il Catania a quello di molti club di Serie A (nessuno, in Serie D, ha mai portato in dote 10mila tessere) con un boom che, ai piedi dell’Etna, potrebbe superare anche le cifre degli anni d’oro vissuti nella massima categoria – e all’orgoglio dei tifosi bisogna accostare anche “la rabbia per una capienza di 9.700 posti che deve essere sbloccata al più presto”. La Commissione di Vigilanza dovrà esaminare e poi decidere su particolari che riguardano la sicurezza di chi si recherà allo stadio, ma “resta il rammarico per aver lasciato a Pelligra e soci un’eredità da fallimento: anche i tornelli che non funzionano. E la zona del prefiltraggio non è cosa da sottovalutare. La sostituzione dei tornelli sta limitando la capienza e fino a quando non verranno sostituiti i lettori ottici o non verrà utilizzato il palmare per ovviare temporaneamente a questa deficienza, il Catania non potrà ottenere la capienza massima. Una situazione di imbarazzo frutto di un’eredità disastrosa, di uno stato di abbandono dovuto a una carenza economica e di programmazione”. Tutto parte da “un piano industriale mai presentato, preludio al fallimento dichiarato e allo stato di abbandono di alcuni elementi che oggi devono essere funzionali alla rinascita. I dirigenti attuali si sono mossi per tempo, adesso è il momento di aspettare burocrazia e riunioni”.
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