Quante sfide, negli ultimi anni in C, al cospetto del “suo” Catania. Quello che ha sempre amato da piccolo, frequentando lo stadio spesso e volentieri, gioendo e soffrendo per le sorti dell’Elefante. Un legame destinato a non spezzarsi se parliamo di cuore ma, professionalmente, Giuseppe Caffo deve portare nel migliore dei modi l’attività calcistica della Vibonese, da Presidente del club. Mentre in passato i calabresi ambivano alla salvezza in C ed il Catania era in lotta per la promozione, stavolta le due squadre si affronteranno in quarta serie. Proprio Caffo è intervenuto ai microfoni pdi TuttoCalcioCatania.com per commentare brevemente le vicende del nuovo Catania, del girone I di Serie D e della Vibonese.
Presidente, come s’inserisce la Vibonese nel contesto del girone I?
“Cercheremo di fare la nostra parte. L’anno scorso noi giocavamo per salvarci in C, adesso in D il discorso è diverso. Il Catania avrà più mezzi, uomini e risorse, ha speso di più e sono i favoriti per la vittoria finale. Quest’anno penso che possiamo comunque dire la nostra. Non partiamo battuti, bisogna giocare e poi si tireranno le somme. Puntiamo ai primi cinque posti del raggruppamento. Faremo del nostro meglio, strada facendo vedremo quale sarà il nostro meglio. Col Catania noi abbiamo sempre giocato delle buone partite negli anni, anche quando abbiamo perso. Sulla carta loro ogni anno partivamo per provare a fare il grande salto, noi puntavamo alla salvezza. Adesso le cose sono cambiate. Vedremo”.
Sulla panchina della Vibonese è tornato mister Modica, con lui vinceste 5-0 contro il Catania nel 2019…
“C’era Modica allora, sì, è tornato a Vibo Valentia e siamo contenti di averlo riaccolto. La cinquina inflitta al Catania coincise con un momento particolare per la società rossazzurra. Il Catania perdeva colpi con il passare del tempo. Adesso il problema principale è quello di riposizionarsi dove merita. Una città come Catania non può militare in Serie D. Ci possiamo stare noi, altre realtà. C’è stato il Bari dopo il fallimento, lo stesso Palermo. Questa è una strada che il Catania avrebbe dovuto percorrere in precedenza e ne parlai in passato. Sarebbe stato meglio non iscriverlo in C, ripartendo senza debiti”.
Da esterno quale idea ha ricavato del Catania SSD?
“Non conosco le figure societarie del nuovo Catania, ma sulla carta la squadra è molto competitiva. Quando fu di Benedetto Mancini, dissi apertamente che andando in mano sua il Calcio Catania avrebbe fatto la stessa fine di altre attività. In quel caso la colpa era relativamente di Mancini perchè, semplicemente, non bisognava dargli credito. Adesso c’è Pelligra al timone della società che non conosco personalmente, ma sembra che possa dare una certa garanzia. I dirigenti hanno preso un allenatore interessante e tanti giocatori di spessore. Ma scommettere su gente abituata a giocare in categorie superiori non so se si rivelerà una scelta azzeccata. Forse sarebbe stato preferibile puntare su elementi Top della Serie D, ma ogni società fa le scelte che ritiene più appropriate. Guardando la rosa del Catania, per grandi linee è addirittura da B”.
A proposito di Mancini, tiene banco il caso Giarre nel girone I.
“Adesso il campionato non parte regolarmente nel nostro girone ed è proprio per via del caso Mancini a Giarre. Non so se il ricorso avrà esito positivo. Di sicuro ci ha fatto perdere del tempo. Io avrei voluto iniziare il campionato domenica, ne ho parlato anche con qualche dirigente della Lega. Bisogna aspettare il TAR Lazio. Speriamo che non ci siano altri slittamenti, questo è quello che mi preoccupa. Poi vedremo se ci sarà anche l’intervento del Consiglio di Stato”.
In conclusione, un giudizio complessivo sul campionato di Serie D per quanto riguarda le zone di vertice?
“Ribadisco che il Catania parte con i favori del pronostico, vedremo se ci lascerà le briciole. Poi c’è il Lamezia che vanta un’ossatura di squadra che l’anno scorso fece un buon campionato. Ha effettuato degli innesti importanti e mirati, con un allenatore esperto della categoria che ha vinto a Messina e altrove, ha idee, piedi per terra. Sulla carta c’è il Trapani. Si dice dell’Acireale, che ha preso anche qualche elemento interessante ed esperto. Può scapparci sempre la sorpresa, ma quest’anno non credo. In generale le squadre calabresi hanno fatto un campagna acquisti abbastanza sparagnina”.
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