Catania al lavoro per preparare la gara di esordio al “Massimino” di mercoledì prossimo contro il San Luca (fischio di inizio alle ore 20:30), valido per la seconda giornata di campionato. L’esordio felice in quel di Ragusa ha fornito alla squadra la giusta iniezione di fiducia nei propri mezzi e la consapevolezza di poter assumere su di sé la responsabilità di essere davvero una squadra forte oltre ai livelli tecnici acquisiti sulla carta in seguito all’analisi dei curriculum degli interpreti scelti dalla società a composizione del gruppo messo poi a disposizione di mister Giovanni Ferraro.
A Ragusa una prestazione di squadra, segno che la coesione del gruppo sia effettivamente cresciuta insieme alla brillantezza fisico-atletica dei singoli. Interpreti che si conoscono tra loro, che assimilano i dettami del proprio allenatore e si sanno adattare. Riassunto in poche parole, quelle dello stesso Ferraro: il Catania si sta pian piano calando nella categoria. E ben venga che questo succeda già in avvio di stagione, dopo la Coppa Italia. Infatti il cammino in Serie D è cominciato secondo i migliori auspici e qualche spunto possiamo già provare a sviscerarlo.
Innanzitutto è un Catania che sa di dover provare a tutti i costi, sempre, ad essere cinico e a puntare sulle situazioni che esaltano le qualità dei singoli in rosa come ad esempio i calci piazzati di cui Francesco Lodi è un formidabile specialista. Il cinismo ha permesso ai rossazzurri di massimizzare il profitto e di tenere duro senza badare troppo alla forma nei momenti di difficoltà. Del resto è impensabile pensare di vincere tutte le partite in scioltezza. Dal punto di vista tattico, spazio al 4-3-3 per il momento. Se la difesa ha dimostrato solidità e anche sprazzi di corsa e spinta con gli esterni (Castellini piacevole sorpresa), dall’altra a centrocampo si ha la sensazione che i migliori meccanismi debbano ancora essere brevettati. In attacco invece grande potenziale, tanta carne al fuoco: aspetto che può favorire il tecnico dei rossazzurri quando questo avrà la necessità di cambiare le carte in tavola durante la partita. Lanci lunghi, sponda e gioco in profondità. Dove manca il gioco si guarda all’abc del calcio.
Sta al centrocampo etneo però lavorare sia per essere un migliore filtro a supporto degli altri reparti, e la sorgente di un gioco più manovrato. Del resto passa anche dalla gestione del pallone la capacità di condurre in porto una gara. La sensazione è che comunque il Catania punti a spingere sull’acceleratore sin dai primi minuti: a testa bassa per sbloccare la partita e sfruttare poi le proprie qualità per chiuderla. Non è un calcio che si permette il lusso di guardare a fronzoli di qualche sorta, anzi tutto il contrario. La Serie D va vinta secondo Ferraro con ingredienti semplici e con la giusta dose di qualità. Ci aspettiamo tanto anche da chi a Ragusa non è sceso in campo o ha giocato poco, come Giovinco, Jefferson e Litteri che pian piano sta cercando la giusta condizione per poter scendere in campo senza rischiare fisicamente.
Rizzo e Vitale, in accompagnamento a Lodi, saranno spesso murati da vere e proprie dighe ma tocca a loro il compito di sfondare il muro e assistere i compagni più avanzati. Un plauso anche al portiere che con sicurezza ha parato e altrettanta fiducia ha impostato a favore dei compagni.
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