Arrivano le tanto attese indicazioni dal Comune di Catania relativamente alla gestione dello stadio. È stata approvata con 16 voti favorevoli e un astenuto l’esternalizzazione della conduzione, gestione e uso a terzi dello Stadio Angelo Massimino, unitamente alle linee guida di gestione, fino a un massimo di 20 anni. Ieri sera, infatti, il Consiglio Comunale ha adottato due delibere importanti relative al futuro degli impianti sportivi della città. Il via libera è giunto dopo una brevissima riunione, in seconda convocazione, del civico consesso. Inoltre sulla base della delibera, proposta dall’Amministrazione Comunale, la Direzione comunale Politiche Comunitarie-Fondi Strutturali-Politiche Energetiche-Sport, Servizio Attuazione grazie a fondi UE di progetti di riqualificazione urbana e transizione green redigerà il piano economico finanziario e di conduzione della struttura, lo schema di Contratto e il relativo bando facendo in modo che venga dato corso al procedimento di affidamento esterno. Il Comune etneo così facendo risparmierà i costi di gestione e di manutenzione dell’impianto. Saranno altresì migliorate efficienza e funzionalità dello storico stadio Cibali.
Nella stessa seduta consiliare, con 17 voti favorevoli dei componenti l’assemblea comunale, è stata adottata anche la delibera proposta dall’Amministrazione Comunale per l’esternalizzazione della conduzione, gestione ed uso a terzi di altri 8 impianti sportivi comunali (7 per il calcio e uno per il rugby: “Monte Po”, “Duca D’Aosta”, “IV Novembre”, “Zia Lisa”, “Velletri”, “Seminara”, “San Teodoro”, “Nesima”). Anche in questo caso è stato dato mandato agli uffici della Direzione Politiche Comunitarie e Sport di redigere il piano economico finanziario e di conduzione della struttura, lo schema di Contratto e il relativo bando finalizzato per l’affidamento delle concessioni, a seguito dell’esperimento di procedura di selezione a evidenza pubblica. Sono state fissate pure una serie di modalità gestionali degli impianti, precisando l’utilizzo sportivo agonistico e amatoriale delle strutture, anch’essi per la durata massima di 20 anni fermo restando che viene riservato all’ente il controllo sulla conduzione delle strutture concesse in gestione a terzi.
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