Francesco Millesi, catanese ed ex calciatore etneo in massima serie, ha esternato a TuttoCalcioCatania.com le proprie riflessioni in merito alla propria esperienza rossazzurra ed al nuovo corso targato Ross Pelligra. Sensazioni più che positive quelle relative al progetto di rilancio ed alle scelte effettuate finora dalla nuova proprietà. Spazio poi alle considerazioni sull’importanza della vicinanza del pubblico etneo nei confronti della squadra e sulla necessità di rimanere tutti uniti e compatti anche negli eventuali momenti di difficoltà.
Francesco, facciamo un passo indietro. La tua esperienza in maglia rossazzurra… cosa ti senti di dire nel ricordo di quando hai difeso la maglia del Catania?
“Io credo che il sogno di ogni ragazzino sia quello di riuscire ad indossare la maglia della propria città. Io ho avuto la fortuna di coronare questo mio grande desiderio in un momento nel quale certamente non mi mancavano le richieste di trasferimento. Io però non ho mai avuto il minimo dubbio sulla scelta da fare perché da catanese indossare la maglia rossazzurra non ha prezzo. Il cuore mi ha sempre detto di accettare Catania ed io non posso che essere entusiasta di averlo ascoltato nonostante alla fine per me le cose non siano andate come sperato. In ogni caso non riesco a descrivere tutte le emozioni che ho provato vestendo la casacca dell’Elefante, sono assolutamente felice e soddisfatto della scelta di giocare con la squadra della mia città. La gara che più di tutti mi è rimasta nel cuore è stata ovviamente quella del mio esordio in Serie A contro il Messina il 23 Settembre 2006. Quella data rimarrà indelebilmente scolpita nella mia memoria e per celebrare quel momento, cioè il coronamento del sogno di tutta una vita, l’ho anche tatuata sul braccio. Giocare in massima serie con la maglia del Catania è stato qualcosa di magico che non potrò mai dimenticare.”
Quali motivi ti spinsero ad andare via nel 2009?
“Purtroppo ebbi alcune divergenze con l’ex direttore Lo Monaco che mi portarono, molto a malincuore, a prendere la decisione di andar via. Quando un calciatore ha dei problemi con alcuni dirigenti allora è meglio che cambi aria perché oltre che essere uno sport per noi questo è principalmente un lavoro, pertanto si deve essere portati ad offrire il proprio contributo altrimenti è giusto mettersi in gioco altrove. Io ho fatto di tutto per rimanere al Catania e dare quanto in mio possesso per difendere questa maglia e questa città, tuttavia non sono stato messo nelle condizioni migliori per poterlo fare. Con lo scorrere del tempo da professionista è normale guardarsi intorno e prendere una decisione in quel momento assolutamente necessaria ma estremamente forzata e che in cuor mio non avrei mai voluto intraprendere. Purtroppo non fui io a decidere di andar via ed anzi vorrei dire che se ne avessi avuto la possibilità sarei rimasto al Catania a vita. Quando arrivai firmai un contratto quadriennale dicendo al Direttore di inserire lui le cifre, i bonus e quant’altro perché a me importava soltanto di poter giocare per il Catania fino alla fine della mia carriera. Io credo che quando un calciatore catanese indossa la casacca rossazzurra automaticamente scatti dentro di lui un qualcosa che lo sproni sempre a dare il massimo ed onorare al meglio delle proprie possibilità la maglia etnea. Nel mio periodo ad esempio c’erano altri due catanesi doc come Orazio Russo e Peppe Mascara che come me lottavano per questa maglia non tanto per il semplice dovere lavorativo ma per puro e semplice amore. Tutti noi abbiamo sempre dato il massimo per quei colori senza mai limitarci e risparmiarci.”
Dopo il fallimento societario il calcio cittadino è ripartito dal Pelligra Group. Sei contento della scelta effettuata dall’amministrazione comunale e che sensazioni hai sul futuro?
“Sono molto contento di questa scelta perché Ross Pelligra ed il suo team di lavoro mi sembrano persone ricche di passione e voglia di fare. Per ciò che riguarda l’allestimento della rosa vorrei capire bene verso che direzione si andrà perché non vorrei che si commettesse l’errore di puntare troppo su calciatori di categoria superiore perdendo un po’ di vista quelli che sono i requisiti tecnici della Serie D. Si dovrà infatti sempre tenere a mente che si parla di dilettantismo, per cui saranno richiesti requisiti ben diversi rispetto al mondo professionistico. Serviranno atleti non di nome ma di sostanza, abituati a lottare in questa categoria e che riescano a mettersi in gioco in un campionato molto duro e complicato. Spero, ma di questo ne sono assolutamente convinto, che la dirigenza etnea possa allestire una rosa competitiva per questa categoria, composta da uomini veri e gladiatori ancor prima che semplici calciatori, perché la Serie D è fatta di tanta corsa e sofferenza.”
Giovanni Ferraro è il nuovo allenatore del Catania mentre Biagianti, Lele Catania e Michele Zeoli faranno parte dello staff tecnico. Sei d’accordo con questa decisione e complessivamente che ne pensi delle scelta di voler puntare su elementi nativi di Catania o comunque fortemente legati alla piazza?
“Sono d’accordoperché a mio modo di vedere degli elementi che già conoscono la piazza e l’ambiente sono assolutamente necessari. Il manipolo degli ex dovrà costituire l’ossatura di base dalla quale ripartire perché dopo un fallimento ci vogliono degli elementi ai quali aggrapparsi per trasmettere ai volti nuovi la storia, la tradizione sportiva e la passione di questa città. Inoltre credo che il territorio etneo sia pieno di calciatori bravi e vogliosi di indossare la maglia della loro città. Non importa la categoria, per un catanese giocare con la maglia rossazzurra sarà sempre come farlo in Serie A. Per questa ragione credo che più giocatori catanesi vengano tesserati e meglio sarà per il club. Per ciò che riguarda il tecnico, ritengo che mister Ferraro sia l’allenatore ideale per questo progetto. È uno che già conosce la categoria e che la Serie D l’ha vinta seppur in un altro girone (G). A mio avviso è uno che in futuro farà molta strada, per cui il mio augurio è che possa farlo alla guida del nostro amato Catania.”
Che ne pensi dell’iniziativa di far scegliere il nuovo stemma alla tifoseria?
“È stata un’iniziativa bellissima che io ho apprezzato particolarmente. Dopo un fallimento bisogna stringersi tutti attorno al nuovo club sentendoci nuovamente parte integrante di una grande famiglia. Anche attraverso questi piccoli gesti, come appunto la scelta del logo, si può e si deve ricostruire il legame tra il Catania Calcio e la sua gente. A mio avviso questa è stata una scelta meravigliosa ed estremamente azzeccata da parte della società che contribuirà ulteriormente a far riavvicinare i tifosi al nuovo Catania. Soltanto rimanendo tutti uniti e compatti si potrà imbastire un percorso vincente che permetta a questa città di ritornare nelle categorie che realmente gli competono.”
Quanto sarà importante l’apporto del pubblico e, a tal riguardo, ti aspetti una risposta importante sia per ciò che riguarda gli abbonamenti che per l’effettiva presenza allo stadio la Domenica?
“Ad essere onesti credo che come accade un po’ in tutte le piazze la presenza dei tifosi alla stadio dipenderà molto dai risultati. Più questi saranno positivi e più persone andranno al ‘Massimino’ creando tanto entusiasmo. Viceversa se i risultati non dovessero essere positivi o se magari ci dovesse essere un periodo per così dire poco felice allora credo che la risposta sarà molto tiepida. In ogni caso il supporto dei tifosi, specialmente in Serie D, potrà risultare determinante perché non dobbiamo mai dimenticare che in questa categoria il Catania sarà visto come la Juventus, l’unica vera squadra da battere e proprio per questa ragione tutti gli avversari useranno qualsiasi mezzo per sconfiggere gli etnei. I tifosi dovranno essere maturi al punto tale da capire quali possano essere le difficoltà che la squadra incontrerà in ogni singola gara e supportare ad oltranza questi ragazzi senza mugugni, lamentele o contestazioni già dopo i primi momenti difficili. In tutte le famiglie ci sono sempre degli alti e bassi ma solo rimanendo uniti si può uscire dalle negatività e far sì che i risultati positivi arrivino il più in fretta possibile.”
Si ringrazia Francesco Millesi per la cortesia, la disponibilità ed il tempo concesso per l’intervista.
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