Il cuore del Calcio Catania ha smesso di battere ma ora ci si prepara ad una ripartenza con Ross Pelligra al timone rossazzurro. Attraverso questa rubrica intendiamo effettuare un viaggio nella storia del Catania. Una storia fatta di gioie, dolori, emozioni, momenti delicati e di grande entusiasmo.
In questi giorni abbiamo parlato dell’inizio di una storia rossazzurra, quando il Catania assunse la denominazione di Società Sportiva Catania prima, di Associazione Fascista Calcio Catania dopo, fino ad arrivare alla nascita del Club Calcio Catania e del Calcio Catania SpA. Andiamo avanti con il 78/o appuntamento della nostra rubrica, soffermandoci sull’anno 1943, quando i campionati furono terminati durante il secondo conflitto mondiale senza alcuna squadra dell’estremo sud (fonte Quelli del 46′).
Tra queste mancava l’Associazione Fascista Calcio Catania, che interruppe sul più bello una gloriosa cavalcata verso la possibile promozione in Serie B. Gli uomini di Berardo Frisoni, infatti, avevano concluso il girone N di Serie C con uno score clamoroso: 15 vittorie, 1 pareggio ed 1 sconfitta (più una partita non disputata, contro il Siderno, rimasta nulla). Ben 31 punti in totale, su 34 disponibili. I rossazzurri, trascinati dall’attaccante Marco Romano, autore di ben 26 reti, furono ammessi al girone finale con Varese, Salernitana, Borzacchini Terni, Biellese e Forlì. Dieci gare per decretare la promozione in B. Sarebbe stata una grande conquista per gli etnei, che mancavano dalla cadetteria da tre stagioni.
Peccato che il Catania di queste partite ne abbia disputata solo una, quella sul campo della Borzacchini Terni terminata 1-1. L’imminente arrivo delle bombe segnarono l’inevitabile fine dello sport in città: la partita con il Forlì dell’11 aprile fu rinviata e, pochi giorni dopo (il 15 e 16 aprile), la città fu colpita da ingenti bombardamenti che provocano ben 158 vittime ed molti danni. Altre bombe caddero l’11 maggio ed altre ancora a giugno, portando via altre 326 persone. L’interesse verso il calcio svanì: il Catania non fu più in grado di prendere parte al campionato e venne escluso “per cause di forza maggiore” (così come il Palermo in Serie B).
Il 9 luglio 1943 prese il via l’Operazione Husky, con lo sbarco degli Alleati in Sicilia, dando via alla liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista. L’AFC Catania scomparve e, a differenza delle altre grandi società, sarebbe rinata solo dopo il conflitto mondiale con un nuovo nome (Club Calcio Catania) ed nuova matricola (11700), seppur con una continuità di colori e dirigenti. La Serie B sarebbe stata riconquistata solo nel 1949.
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