La nostra redazione ha sentito il catanese Valerio Anastasi, ex giocatore rossazzurro, relativamente al futuro del nuovo club calcistico etneo, Catania SSD. Sono emersi alcuni spunti interessanti in chiave campionato e società, con sensazioni positive per il futuro del calcio alle pendici dell’Etna.
Sembra già passata una eternità dal fallimento. Oggi a Catania si riparte, dalla Serie D, con una nuova proprietà. Quali le tue sensazioni?
“Le sensazioni sono buone, perché vedo l’entusiasmo giusto della proprietà che sta di conseguenza facendo entusiasmare la piazza e a Catania questo è importante, remare tutti dalla stessa parte”.
Che mercato ti aspetti dal Catania e che tipo di campionato sarà il prossimo per i rossazzurri?
“Mi aspetto un mercato di livello alto per la categoria con tanti giocatori professionisti che possano sposare il progetto Catania un po’ come successo per Bari e Palermo negli ultimi anni. Il direttore Laneri poi è una persona competente secondo me e conosce bene il territorio. Attendiamo l’annuncio del mister intanto.
Il campionato però nonostante questo sarà molto duro perché è un girone complicato, e tutti aspetteranno il Catania quindi ogni partita sarà veramente difficile perché tutti vorranno mettersi in mostra contro il Catania e daranno qualcosa in più”.
La nuova proprietà sta gestendo l’impostazione della nuova stagione in gran silenzio, con grande impegno. Il direttore generale scelto dal club è un ex Parma che ha fatto la scalata dalla Serie D alla Serie A, Luca Carra. Anche questo è un segnale importante. Che ne pensi?
“Mi piace il silenzio iniziale con cui stanno gestendo appunto questo inizio onestamente, le chiacchiere servono a poco e sono necessari i fatti. Un direttore generale che ha già fatto una scalata dalla D alla A è importante, mi piacerebbe però vedere qualche persona dentro la società o comunque lo staff che ha a cuore il Catania veramente e il primo nome che mi viene in mente è Marco Biagianti (effettivamente vicinissimo al ‘ritorno’ in rossazzurro, ndr)”.
Il Palermo al City Group e il Catania a Pelligra. È il segno di una attenzione ritrovata per le più importanti città della Sicilia relativamente al mondo del calcio?
“La Sicilia è la Sicilia, ed è chiaro che Catania e Palermo siamo due piazze ambite, troverei strano il contrario. Spero solo che si possa tornare a valorizzare queste due grandi piazze come meritano e come erano abituate solo pochi anni fa”.
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