Ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com l’attuale DS della Paganese ed ex direttore della Casertana Guglielmo Accardi commenta il campionato di Serie D che, tra poco più di un mese, prenderà il via. Con lui abbiamo focalizzato l’attenzione in particolare sul Girone I (che potrebbe includere anche qualche formazione campana) e sulle insidie che il Catania dovrà fronteggiare.
Lei ha vissuto in prima persona la realtà della Serie D. Quanto è complicato uscire dalla quarta serie e quali saranno i pericoli da evitare per il Catania?
“Arrivati a questo punto, con il campionato quasi alle porte, l’incognita maggiore risiede nel dover costruire e strutturare nel migliore dei modi ma il più in fretta possibile non soltanto il comparto tecnico ma l’intera società. La D è un campionato difficile perché ci sono piazze molto calde che, specialmente quando incontreranno il Catania, giocheranno la gara della vita e quindi anche l’ulteriore agonismo degli avversari aggiungerà altre insidie alle difficoltà già insite in ogni singola stagione. Inoltre nei dilettanti il 40% dell’undici di base dovrà essere necessariamente composto da under, pertanto i giovani costituiranno una buona fetta dell’ossatura totale della rosa e, se parti con un certo ritardo, puoi anche avere delle difficoltà proprio nella scelta dei giovani da tesserare. Il rendimento di una squadra di Serie D dipende molto dal valore dei propri under che quindi possono incidere in maniera molto significativa sul risultato finale. In sostanza le variabili sono davvero tante e basta che anche uno solo di questi fattori non si incastri alla perfezione per compromettere un’intera stagione. Non bisogna mai dimenticare, infatti, che solo una squadra si guadagna il diritto di militare in C, cioè la vincitrice del campionato.”
Quali potrebbero essere i possibili competitor per il Catania?
“Per un quadro completo bisognerebbe aspettare la stesura ufficiale dei nove gironi, tuttavia per ciò che riguarda le siciliane e le calabresi credo che, visto anche come si sono mosse sul mercato, attualmente Lamezia e Trapani siano le principali antagoniste dei rossazzurri. Poi ovviamente non sottovaluterei nessun’altra compagine, comprese quelle squadre che storicamente sono sempre state ostacoli non semplici da superare come Acireale, Paternò e Sant’Agata, formazioni che negli ultimi anni hanno sempre disputato ottimi campionati.”
Per provare a centrare la promozione punterebbe più su profili da Serie D o virerebbe su giocatori di categoria superiore?
“Il requisito fondamentale per vincere è sempre quello di puntare su calciatori bravi che riescano ad adattarsi il più in fretta possibile al contesto nel quale giocano. L’ideale sarebbe quello di allestire una rosa composta da atleti che già conoscono la Serie D, puntellando la squadra con elementi di categoria superiore che innalzino il tasso tecnico complessivo. Sui ruoli nei quali inserire i giovani posso dire che usualmente molte squadre puntano su un portiere, almeno uno dei due terzini, un centrocampista e magari un esterno d’attacco under, in modo tale da distribuire in maniera omogenea i giovani all’interno della squadra. Considerando però il ritardo accumulato da Catania rispetto agli altri avversari credo che la cosa più importante da fare sia quella di ingaggiare qualsiasi giovane davvero bravo e poi attorno a questi elementi costruire il resto della squadra. Nei dilettanti gli under sono fondamentali, per cui servono giocatori non soltanto ben dotati tecnicamente ma anche mentalmente e quindi pronti per affrontare un campionato duro, complicato e molto difficile come la D.”
Archiviata l’idea del ripescaggio in Lega Pro, quali saranno gli obiettivi della Paganese per la prossima stagione?
“Ancora non sappiamo in quale girone ci collocheranno ma, a prescindere da tutto, vorrei dire innanzitutto che ripartire dopo una retrocessione non è mai semplice. Il nostro obiettivo sarà quello di disputare un campionato importante, vedendo poi nel corso della stagione fin dove potremmo arrivare. Sicuramente abbiamo l’idea e la volontà di ritornare nel professionismo, bisognerà vedere però se riusciremo a farlo dalla porta principale o dalla finestra, magari attraverso un ottimo posizionamento in classifica. Il nostro sarà un programma nel medio-lungo periodo, senza la necessità di farsi cogliere dall’ansia e dalla fretta di recuperare ciò che si è perso nella passata stagione perché altrimenti il rischio è quello di disperdere risorse ed energie preziose che invece, con un minimo di programmazione, potrebbero risultare molto più fruttuose.”
Si ringrazia il direttore Guglielmo Accardi per la cortesia, la disponibilità ed il tempo concesso per l’intervista.
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