CATANIA: la valorizzazione dei giovani punto chiave per la ripartenza

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Mascotte Catania

Le disastrose gestioni societarie degli ultimi anni hanno fatto capire al popolo etneo come non debba essere amministrata una società di calcio e, soprattutto, come non sia necessario puntare tutte le proprie risorse finanziarie solo e soltanto sulla prima squadra per garantirsi un radioso futuro. Sotto il profilo economico-amministrativo si è toccato il fondo e sul piano tecnico le risorse non sono state impiegate nella maniera opportuna, non riuscendo a risollevare il Catania dalle sabbie mobili.

Con l’approdo di Maurizio Pellegrino, invece, si è cercato di allestire degli organici interessanti intervenendo con un budget estremamente risicato. Per sopperire a questa mancanza di fondi, nel corso del campionato appena concluso è stata percorsa una strada del tutto nuova rispetto al passato, con il Calcio Catania che ha puntato con decisione sui giovani. Purtroppo le esigue disponibilità economiche della vecchia proprietà non hanno permesso di acquistare il cartellino dei prospetti più luminosi (Moro e Greco), inoltre la scomparsa dello stesso sodalizio calcistico ha determinato l’azzeramento dell’intero settore tecnico con lo svincolo d’ufficio di tutti i tesserati.

La strada che l’ex Direttore Pellegrino ha tracciato, comunque, sembrerebbe essere quella giusta per ripartire con programmazione, idee e sostenibilità. D’altronde molte squadre in giro per il mondo hanno basato gran parte delle proprie fortune sui giovani. Vedi Barcelona e Bayern Monaco, da sempre all’interno dell’élite calcistica mondiale, che hanno scommesso sui propri under vincendo (quasi) sempre la sfida. Anche in Italia esistono molte realtà che perseguono questa linea: Atalanta, Empoli e Sassuolo sono alcune delle squadre che più significativamente hanno seguito il percorso della valorizzazione dei giovani. Soprattutto il club neroverde, che ha sposato la politica di acquistare sul mercato i giovani più promettenti, pazientemente li fa crescere e maturare, poi li rivende a cifre molto consistenti.

Seppur per necessità il “vecchio” Catania stava iniziando a seguire questa strada, cambiando la propria mentalità e scommettendo, in maniera più copiosa, sul proprio settore giovanile. Biondi e Pecorino sono forse gli emblemi di questo cambiamento radicale ma più in generale tutta la cantera etnea stava riuscendo a sfornare talenti sempre più puri e cristallini ambiti persino da squadre di categoria superiore. Francesco Borriello (Parma), Flavio Russo (Sassuolo), Kevin Leone (Sampdoria/Sassuolo), Lorenzo Di Stefano (Sampdoria) ed i fratelli Valentin e Franco Carboni (Inter) sono alcuni dei talentini transitati dalle pendici dell’Etna che, con una proprietà differente, avrebbero potuto garantire, economicamente e tecnicamente, un futuro radioso al club etneo.

A proposito di linea verde, il campionato di Serie D sembrerebbe essere il palcoscenico ideale dal quale ripartire, visto che la LND (Lega Nazionale Dilettanti) ha sancito per la stagione 2022/23 l’obbligo di schierare per tutti i novanta minuti di gioco almeno 4 under di età diversa (un 2001, un 2002, un 2003 ed un 2004). Per ritornare tra i professionisti dunque sarà di fondamentale importanza reperire sul mercato dei giovani talenti da consegnare al nuovo allenatore, chiamato ad amalgamare, compattare ed unire un gruppo composto dal giusto mix di giovani emergenti e veterani della categoria. Il Pelligra Group dovrà quindi ingaggiare un direttore sportivo che conosca a menadito il mondo dilettantistico, in modo tale da riuscire a compiere un proficuo lavoro di scouting, per poi ricostruire un nuovo settore giovanile dal quale continuare ad attingere.

La nuova proprietà rossazzurra sembrerebbe avere le idee chiare su questo tema, puntando anche sulla riacquisizione e riqualificazione (difficile nell’immediato) del centro sportivo di Torre del Grifo, importantissimo anche per la rinascita della cantera. Il Catania deve necessariamente imparare dagli errori del passato, evitando che i propri prodotti Alessandro Arena, Alessio Rizzo, Orazio Pannitteri, ecc.) vengano svenduti e valorizzati da altre realtà calcistiche. Con l’obiettivo di rendere il progetto economico di rilancio il più sostenibile e duraturo possibile.

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