In attesa dell’ufficialità riguardo la categoria di militanza del Catania Calcio nella prossima stagione (l’accettazione della domanda di ammissione in Serie D appare una mera formalità), il nuovo sodalizio rossazzurro ripartirà dal Pelligra Group. L’imprenditore siculo-australiano è riuscito ad avere la meglio sugli altri competitor, convincendo l’amministrazione comunale attraverso un progetto quadriennale (ma che a conti fatti dovrebbe essere molto più duraturo) che non si focalizzasse soltanto sul comparto sportivo, che comunque rimane e rimarrà l’aspetto preponderante del business plan, ma che abbracciasse la città in tutti i suoi aspetti. Il piano di sviluppo ideato da Ross Pelligra è molto serio ed ambizioso, si pone come obiettivo principale quello di riportare il club in massima serie, sviluppando e migliorando le infrastrutture, ammodernando, svecchiando e rendendo molto più funzionale l’intero contesto urbano. L’importanza di questo progetto di rilancio non poteva non risvegliare l’entusiasmo dei tifosi che, durante la “Giornata dell’Orgoglio Rossazzurro”, hanno mostrato tutta la loro passione, accogliendo in maniera molto calorosa il neopresidente etneo.
Più in generale però l’arrivo di un imprenditore così facoltoso ed importante come Ross Pelligra dimostra che la città di Catania può ambire a ben altri palcoscenici. La mancanza di acquirenti per il salvataggio del vecchio titolo sportivo aveva gettato nello sconforto più totale la piazza, attanagliata dai tipici problemi delle grandi realtà meridionali e senza eccelse prospettive di rinascita all’orizzonte. La crisi economico-sociale, la disoccupazione, l’elevato tasso di abbandono scolastico e l’attuale emergenza rifiuti erano tutti pantani di negatività che sembravano costituire dei repellenti naturali per gli investitori, eppure nonostante queste criticità cinque manifestazioni d’interesse sono giunte sul tavolo dell’amministrazione comunale, rivelando ancora il persistere di un certo fascino. Catania è una città che ha tanto da offrire, con bellezze architettoniche, paesaggistiche e naturali tra le più rilevanti dell’Isola, con uno dei poli industriali più importanti della regione e la presenza di strutture fondamentali per lo spostamento di merci e persone (porto ed aeroporto), aspetti però che molto spesso non sono stati sfruttati a dovere.
L’arrivo di un imprenditore con mentalità, idee e progetti di sviluppo di livello internazionale non può che rinfrancare sulle prospettive di crescita, migliorando ulteriormente l’appeal e l’attrattiva cittadina. Nei piani di Ross Pelligra vi è anche quello, nel prossimo futuro, di coinvolgere altri gruppi d’investimento nel progetto Catania, assicurando così un futuro ancora più florido e duraturo. Alla luce di questa ambiziosa e ampia visione d’insieme, considerando anche il budget che il gruppo australiano avrebbe stanziato per la prossima stagione (circa 4 milioni di euro) aumenta il rammarico per ciò che si è concretizzato soltanto pochi mesi fa, con addirittura 2 bandi pubblici più un avviso di vendita andati praticamente deserti. È un vero peccato che il gruppo Pelligra non sia venuto prima a conoscenza della “possibilità Catania” visto che, per un imprenditore del suo calibro, sarebbe bastato poco per salvare la società dal baratro, pagando i circa quattro milioni di euro di debito sportivo ma mantenendo il professionismo e, soprattutto, un comparto tecnico e giovanile di buon livello ed ottime prospettive.
Se, nonostante le enormi difficoltà, la squadra etnea avrebbe quasi certamente raggiunto un ottimo posizionamento nei playoff, con una proprietà solida e disposta ad investire fin dove si sarebbe potuti arrivare? È questa la domanda che serpeggia nella mente della tifoseria. Molto probabilmente con 2-3 innesti di livello il Catania avrebbe lottato concretamente per un posto in Serie B, potendo contare su un gruppo fortemente legato alla maglia ed alla piazza e su un rapporto tifosi-squadra mai così forte ed unito. La realtà attuale parla d’altro, ormai è troppo tardi per guardare a ciò che sarebbe potuto essere ma, purtroppo, non è stato. Adesso non resta che proiettarsi verso il futuro, riponendo le aspettative di rinascita nelle mani laboriose e piene di voglia di fare di un figlio di questa terra (nato in Australia ma da genitori siciliani).
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