CATANIA: ecco cosa comporta la scelta della denominazione “SSD a r.l.”

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foto Catania SSD

“Catania SSD a r.l.”, questa la denominazione scelta per la costituzione di una nuova società calcistica che rappresenti la città di Catania. L’inserimento della sigla SSD (Società Sportiva Dilettantistica) è dettato dall’esigenza di costituire un club dilettantistico. In alternativa si sarebbe potuta utilizzare la sigla ASD (Associazione Sportiva Dilettantistica). Aspetti comuni ad entrambe sono la mancanza di fini di lucro e l’impossibilità di distribuire utili, beneficiando del regime fiscale agevolato per le entrate commerciali e con esenzione da imposte e contributi previdenziali per i compensi a Istruttori, Addetti amministrativi e gestionali, personale dedicato all’organizzazione delle attività sportive, per importi fino a 10.000 euro annui.

Ma perchè la scelta è ricaduta sulla SSD a responsabilità limitata più che sull’ASD? Per la costituzione della SSD è necessario un capitale sociale minimo di 10mila euro, ed è proprio la cifra capitalizzata dal Gruppo Pelligra per una questione di praticità (nei prossimi giorni verrà incrementata secondo le esigenze specifiche della nuova proprietà). Inoltre, nelle ASD “per le obbligazioni assunte dalle persone che rappresentano l’associazione i terzi possono far valere i loro diritti sul fondo comune. Delle obbligazioni stesse rispondono anche personalmente e solidalmente le persone che hanno agito in nome e per conto dell’associazione”. In sostanza, nelle ASD gli amministratori rispondono anche con il proprio patrimonio nei confronti di crediti verso fornitori, dipendenti, amministrazione finanziaria ecc. mentre la SSD risponde solo nella misura del capitale sociale e del patrimonio della SSD stessa; anche se in caso di distribuzione di utili, o attività a scopo di lucro camuffata, o incassi di corrispettivi non dichiarati in bilancio e nei casi di dolo o colpa grave l’amministratore o gli amministratori possono comunque essere chiamati a rispondere a titolo personale.

Inoltre, mentre nelle ASD l’assemblea dei soci ha un forte peso, deliberando su approvazione del bilancio / rendiconto annuale e sulla generale gestione del sodalizio, con il “voto capitario – una testa un voto”, nelle SSD valgono le ordinarie regole societarie (ogni decisione è deliberata dai SOCI della SSD); i frequentatori degli impianti non sono soci della SSD e non acquisiscono i relativi diritti; rimangono semplici utilizzatori (e devono tuttavia essere necessariamente tesserati ad un Ente di promozione sportiva riconosciuto CONI per godere delle agevolazioni fiscali previste).

In generale la SSD è più indicata nel caso di impianti di notevoli dimensioni, che richiedano cospicui investimenti, non è altrettanto opportuna per le realtà medio-piccole che meglio si adattano al modello associazionistico. La Società sportiva dilettantistica prevede fin dalla sua origine una completa divisione e scissione tra i patrimoni dei soci, che rimangono del tutto autonomi, e il patrimonio della società il quale funge da unico garante per i terzi creditori e la soddisfazione delle obbligazioni contratte dall’ente sportivo. Nella prassi professionale la Società Sportiva Dilettantistica consente di ottenere una forma organizzativa più efficiente e tutelante nei confronti dei soci, contraddistinguendo un migliore operato ed una maggiore trasparenza. Può dimostrarsi davvero proficua e apportatrice di benefici nel medio-lungo termine.

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