Il cuore del Calcio Catania ha smesso di battere ma ora ci si prepara ad una ripartenza con Ross Pelligra al timone rossazzurro. Attraverso questa rubrica intendiamo effettuare un viaggio nella storia del Catania. Una storia fatta di gioie, dolori, emozioni, momenti delicati e di grande entusiasmo.
In questi giorni abbiamo parlato dell’inizio di una storia rossazzurra, quando il Catania assunse la denominazione di Società Sportiva Catania prima, di Associazione Fascista Calcio Catania dopo, fino ad arrivare alla nascita del Club Calcio Catania e del Calcio Catania SpA. Andiamo avanti con il 64/o appuntamento della nostra rubrica, giungendo alla stagione 2002/03 (fonte Tutto il Catania minuto per minuto).
Conseguita la tanto agognata promozione in cadetteria, sono tante le novità previste nella nuova stagione. La prima, in ordine di tempo, riguarda il vecchio “Cibali”, che dal 20 giugno 2002 viene ribattezzato alla memoria del Cavaliere “Angelo Massimino”. La seconda è rappresentata dalle maglie personalizzate, introdotte per le formazioni di Serie A e B dalla stagione 1995/96. I giocatori del Catania per la prima volta possono sfoggiare i propri numeri: in tal senso, spiccano il 97 scelto dal “Leone di Molfetta” Vito Grieco (regista pugliese, reduce dalla promozione in massima serie con il Modena), il 99 del difensore Alessandro Del Grosso, altro volto nuovo proveniente dalla Salernitana, o il 37 di Gennaro Monaco (che resta in qualità di uomo spogliatoio). Così come impone lo “stile Gaucci” l’organico è letteralmente rivoluzionato, attraverso l’operato del ds Nicola Salerno. Gli “eroi di Taranto” riconfermati sono davvero pochi: si tratta di Iezzo, Sansonetti, Baronchelli, Zeoli, De Martis, Bussi, Cordone e Fini (alcuni dei quali relegati a riserve), mentre Baggio lascia a campionato già iniziato.
I puntelli sono di qualità, con tanta esperienza anche in Serie A: oltre ai già citati Grieco e Del Grosso, si vestono di rossazzurro i difensori Salvatore Monaco, Alberto Malusci e Pietro Fusco; il talentuoso mediano perugino Fabio Gatti, nell’orbita dell’Under 21 azzurra; l’esperto centrocampista Giovanni Martusciello, messosi in luce nell’Empoli della seconda metà degli anni ’90; gli attaccanti Cristian Bucchi (di proprietà del Perugia) e Davide Possanzini (ex Reggina e Sampdoria); la scommessa esotica Jaroslav Šedivec (ventunenne centrocampista offensivo prelevato dal Viktoria Plzeň); dulcis in fundo, la stella Luis Airton Barroso Oliveira, funambolo brasiliano naturalizzato belga che ha nel curriculum anni importanti a Cagliari e Firenze ed è reduce dalla promozione in A con il Como, alla quale ha contribuito vincendo la classifica marcatori.
Ad assemblare il tutto ecco l’esperto Osvaldo Jaconi, reduce da due promozioni in B con Savoia e Livorno e giunto alla terza chance alle falde dell’Etna dopo le precedenti “toccate e fughe” del 1987 e dell’estate 1993. Diversi allenatori si succedono nel corso della stagione: Pellegrino-Graziani, Toshack, Reja e Guerini. Nella settimana che porta alla sfida di Terni accade l’imponderabile: la Corte Federale – organo che non avrebbe il potere di incidere sulle decisioni passate in giudicato (tali sono quelle della C.A.F.), ma soltanto, eventualmente, di fissare linee interpretative per casi futuri – accoglie la richiesta di ripristinare il risultato di 1-1 del match tra Catania e Siena, formulata da Ascoli, Bari, Cosenza, Genoa, Messina, Napoli, Venezia e Verona, tutte formazioni ancora invischiate nella lotta per non retrocedere. L’abuso di potere architettato dal “Palazzo” fa precipitare l’Elefante a quota 38 punti, in piena zona retrocessione. La pesante sconfitta di Terni (3-1 per le fere) aggrava ulteriormente la situazione della squadra dell’Elefante, che adesso ha tre lunghezze da recuperare al Napoli, con appena due giornate da disputare.
La settimana dopo si supera in casa il poco motivato Livorno, lasciando accesa una flebile speranza. Nel contempo i Gaucci, su prezioso suggerimento di Giacomo Scalzo (procuratore generale di Catania), portano avanti la battaglia sul “Caso Martinelli”, rivolgendosi al giudice amministrativo. A pochi giorni dalla partita di Cagliari, l’ultima della stagione, il T.A.R. ribalta nuovamente il risultato del match contro il Siena da 1-1 a 2-0. I due punti restituiti portano il Catania a quota 43, ad un solo punto dal Napoli quartultimo. Negli ultimi novanta minuti i partenopei e il Messina si dividono un punto a testa nello scontro diretto; nel frattempo gli etnei, grazie ad una doppietta di Taldo, colgono a Cagliari la prima ed unica vittoria esterna della stagione che permette loro di chiudere a quota 46 e scavalcare di un punto Napoli e Venezia.
Federazione (con in testa il presidente Franco Carraro) e Lega, però, si oppongono alla decisione del T.A.R., rifiutandosi di ottemperare all’ordinanza: a distanza di dieci anni esatti dalla tentata radiazione del 1993, l’Elefante è atteso da un’altra torrida estate, con un’altra infuocata lotta al potere del Palazzo. La lunga bagarre si risolse solamente nell’agosto 2003 con la decisione da parte della FIGC di congelare le retrocessioni: il torneo successivo di B si svolse così con 24 squadre, registrando peraltro l’ammissione della Fiorentina in luogo del Cosenza dichiarato fallito.
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