Dante Scibilia, advisor di Pelligra Group che ha ottenuto il via libera dal Comune di Catania per arrivare alla costituzione di una nuova società di calcio in città, ha spiegato ai microfoni del Quotidiano di Sicilia (QdS.it) le idee alla base del progetto impostato nelle scorse settimane
“Il dottor Pelligra è a capo di un gruppo imprenditoriale che è nato con attività principali legate al mondo delle costruzioni. Nel tempo ha realizzato moltissimi siti industriali, farm retail, centri commerciali, strutture sportive, cinema, hotel (ne detiene moltissimi di proprietà che gestisce tramite alcune sue società o in franchising con grandi marchi). Nella sua galassia gravitano più di 200/250 società ognuna con un particolare scopo. Ci sono società di gestione, di sviluppo, di costruzione e finanziarie. Quindi nell’ambito delle sue attività spazia in molti campi pur rimanendo focale e centrale l’attività di gestione immobiliare. Ha acquisito e sviluppato molte attività sportive della nostra area: football, calcio, baseball, hockey sul ghiaccio, pallavolo e basket. È proprietario di due campi da golf. Intorno a queste società ha costruito un progetto imprenditoriale sportivo che ha consentito nel tempo o consentirà di godere di entrate che non sono solo quelle caratteristiche del club come sponsor ma anche legate ai palazzetti, agli stadi e così discorrendo. Questa è una delle linee guida che si propone anche a Catania”.
L’idea è quella di “di riuscire a creare, successivamente, una realtà che – grazie alla proprietà delle strutture, al settore giovanile e alla partecipazione della città che si sentirà parte di questo progetto e quindi contribuirà sottoscrivendo gli abbonamenti e partecipando alla vita e alle attività della società – faccia nascere un meccanismo per cui anche se non ci sarà più il dottor Pelligra ma altri soggetti non sarà necessario lo sceicco per andare avanti bensì la società potrà proseguire e dare continuità”.
L’idea di base è “il coinvolgimento, l’aggregazione e la formazione. Si parte dal territorio: da Catania e dai comuni limitrofi della provincia. Perché per creare una squadra forte bisogna creare un territorio forte nella tradizione calcistica. Per farlo è necessario investire sul territorio. Quindi ci auguriamo di trovare realtà che abbiano voglia di collaborare con il Calcio Catania e insieme costruire dei progetti formativi per allenatori, per i ragazzi, per le istituzioni che consentono lo sviluppo del calcio tramite anche investimenti di infrastrutture. Ma soprattutto, qua batto il tasto, sulla formazione perché dobbiamo creare un gruppo di educatori e di allenatori che siano il primo investimento del calcio sul territorio perché più sviluppiamo questo più calciatori forti ci saranno nel territorio catanese, più giocatori forti approderanno nel settore giovanile del Catania, più calciatori forti arriveranno in prima squadra”. L’intento è che “tutta la città viva il calcio, si senta parte del progetto e abbia un motivo per essere orgogliosa del Catania. Dunque l’idea sarà quella di creare un mix tra persone che provengono dall’esterno e quindi portano idee diverse e culture diverse ma avere pure dei soggetti che conoscono le realtà locale che potranno aiutarci a declinare queste idee sul tessuto imprenditoriale e sociale catanese e siciliano”.
“Noi abbiamo le strutture. Il territorio è pieno di voglia di fare calcio quindi sicuramente, come ha fatto l’Atalanta, il settore giovanile è alla base dello sviluppo del calcio e del successo di questo percorso. C’è il modello Udinese sulla parte scouting, c’è il modello Empoli sulla parte play athletics. Ci sono tanti modelli ma è chiaro che non si può copiarne uno pari passo perché le città sono diverse, le culture sono differenti. Cercheremo di fare un modello ad hoc per il Calcio Catania”.
In merito alla gestione dello stadio: “Udinese e Juventus non sono proprietarie dello stadio ma hanno una concessione novantennale quindi è come se lo fossero. L’obiettivo è quello di andare in una direzione di questo tipo. Poi il concetto degli stadi di proprietà è un concetto che serve per aumentare i ricavi, le utilità, il senso di appartenenza e il coinvolgimento delle persone dunque creare un volano che faccia crescere sempre di più i ricavi. Per fare questo secondo noi, di questo è pienamente convinto il dottor Pelligra, il Massimino ha una caratteristica importantissima: si trova in centro città. Creiamo una struttura che oltre che essere uno stadio che vive il giorno della partita, intorno possa sviluppare delle attività che i cittadini, i tifosi e i ragazzi possono utilizzare per fare colazione la mattina, per studiare, per fare un aperitivo, per magiare a pranzo, per comprare determinate categorie merceologiche, per fare certe esperienze anche nel mondo dell’entertainment. Ma che siano dentro la città raggiungibili da tutti”.
Su Torre del Grifo? rimane però si evidenzia il fatto che rimane “un asset importante perché ha i campi da calcio e strutture che rinnovate, manutentate e implementate possono permettere di dare servizi ai cittadini. Nel frattempo sempre con la curatela cercheremo intanto di riportare al Calcio Catania nuovo quei simboli che portano avanti la tradizione del Calcio Catania: marchio, la denominazione, le coppe conquistate che raccontano una parte della storia della città e un parte della storia del calcio e da queste non si può prescindere”.
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