L’edizione odierna de La Repubblica focalizza l’attenzione sul calcio siciliano divenuto internazionale con l’arrivo del tycoon siculo-australiano Pelligra a Catania e lo sceicco Mansour a Palermo.
“Dopo le sceicco Mansour a Palermo, il tycoon siculo-australiano a Catania – si legge – Con l’arrivo dell’imprenditore Ross Pelligra nel capoluogo etneo, adesso il calcio siciliano ha davvero un dimensione internazionale. Ieri l’imprenditore australiano, origini a Solarino nel Siracusano, a capo di un impero immobiliare con sede a Melbourne nello stato di Victoria, si è aggiudicato il bando comunale e la nuova società rossazzurra che riparte della serie D dopo il fallimento. E lo ha fatto con il contributo di due vecchie glorie del calcio australiano, Vincent Grella, ma soprattutto l’ex centrocampista del Palermo e del Parma Mark Bresciano. Un colpo di scena maturato con le manovre di questi ultimi giorni, proprio nelle settimane calde in cui verrà finalizzato il passaggio dell’80 per cento delle quote del Palermo alla holding proprietaria del Manchester City, atteso per la prossima settimana”.
Adesso la proposta verrà inoltrata alla Federcalcio. “Intanto, nell’orizzonte del Catania c’è una società, la Pelligra Group, specializzata da tre generazioni nel mercato immobiliare. L’attuale patron, 42 anni, si chiama Ross come il nonno Rosario, nato a Solarino, in provincia di Siracusa e fondatore dell’azienda di famiglia 60 anni fa. Pelligra ha appreso la notizia mentre si trovava a Varese, in una conferenza stampa della squadra di basket di serie A, dove il suo gruppo è entrato nel capitale, con un investimento milionario”. Candidato al ruolo di direttore generale “è l’ex Genoa Alessandro Zarbano, per anni storico braccio destro del presidente Enrico Preziosi. Saranno giorni caldissimi per il calcio siciliano, perché la settimana prossima, con molta probabilità tra il 30 giugno e l’1 luglio, si attende la firma sul passaggio di proprietà del Palermo al City Group, sulla base di 13 milioni di euro, con il presidente Dario Mirri che resterà in società con un quota di minoranza del 20 per cento”.
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