Appena 200 km separano Palermo e Catania. Da sempre le due principali realtà siciliane sono state divise da una profonda ed accesa rivalità tanto in ambito sportivo quanto nel contesto socio-economico. La “vucciria” vs la “piscaria”, arancini ed arancine, aristocrazia e nobiltà contro laboriosità, operosità ed industria sono soltanto alcuni dei contrasti che caratterizzano le due sponde della Trinacria. Catania e Palermo però sono anche accomunate dai medesimi pregi e difetti che, nel bene e nel male, ci rendono tutti figli di una terra tanto stupenda quanto problematica. Mafia, delinquenza, disoccupazione e pessima gestione politico-amministrativa sono tra le cause principali della carenza di investimenti e delle scarsissime prospettive di crescita che determinano l’arretratezza ed inadeguatezza della Sicilia rispetto alle regioni più ricche d’Italia.
Il potenziale per migliorare e risorgere però è insito nello spirito stesso di questa terra e proprio Palermo può fungere da stimolo ulteriore affinché Catania ed il Catania Calcio escano dal vortice negativo nel quale sono entrati. Attualmente la città etnea sta vivendo uno dei suoi momenti peggiori, stretta tra l’emergenza rifiuti, la microcriminalità, la carenza di controlli ed una ripresa economica che fatica realmente a ripartire. Anche sul piano prettamente sportivo, salvo alcune piacevolissime eccezioni, la nostra città non sta vivendo un periodo di massimo splendore. Dopo 75 anni di storia si è conclusa nel peggiore dei modi l’avventura calcistica ai piedi dell’Etna, culminata con l’ulteriore umiliazione dell’estromissione dal campionato ad una manciata di minuti dalla fine della regular season.
Se la sponda orientale dell’Isola sta ancora lottando con i postumi del fallimento e di tutte le incognite che questo comporta, la parte occidentale è invece in totale estasi per ciò che il Palermo FC è riuscito a compiere. La vittoria dei playoff di Serie C è stata un’impresa ai limiti dell’impossibile visto che i “rosa”, pur essendo una buona squadra, a livello tecnico, strutturale e societario non erano visti come la vera squadra da battere. Ma attraverso l’entusiasmo, la spinta del pubblico, la determinazione, la convinzione nei propri mezzi, la voglia di lottare e un pizzico di fortuna la situazione è stata ribaltata a proprio favore. Le imprese più belle ed epiche sono sempre quelle inaspettate, pertanto da siciliani è giusto congratularsi con i “cugini” per la conquista di un traguardo tanto importante quanto prezioso.
Senza ipocrisie o falso buonismo però è fuor di dubbio che la promozione in Serie B degli acerrimi rivali di sempre ha destato un po’ di invidia all’interno dell’ambiente etneo, aumentando il rimorso ed il rammarico per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato. Per sette anni il Catania ha tentato disperatamente di ritornare nel calcio che conta, accarezzando a più riprese il sogno della B ma fermandosi sempre ad un passo dal traguardo per poi finire nel dirupo. Adesso che si dovrà intraprendere un nuovo percorso sportivo, ripartendo totalmente da zero, proprio il Palermo potrebbe essere uno dei modelli da seguire. Con idee, marketing, ed investimenti mirati le aquile hanno vinto la D ritornando tra i professionisti dopo soltanto una stagione di assenza. I successivi due campionati di terza serie sono stati un crescendo progressivo, passando dal settimo al terzo posto, giungendo alla vittoria dei playoff. Lavoro, programmazione e lungimiranza sono state le carte vincenti dei rosanero, requisiti su cui puntare anche a Catania per una ripartenza di slancio.
La speranza dei tifosi rossazzurri è che nei prossimi giorni possa manifestarsi un soggetto che possieda una cospicua disponibilità economica, programmazione e capacità per far fruttare il proprio investimento. Ai piedi dell’Etna l’ansia e la tensione riguardo al destino del principale sodalizio calcistico cittadino sono sempre più tangibili. A breve sapremo quante saranno le manifestazioni d’interesse pervenute al Comune. La voglia ed il desiderio di ritornare più forti di prima sono lampanti, adesso spetta ai diretti interessati farsi avanti concretamente e mettere tutti i propri mezzi per far rinascere una piazza ambiziosa, calorosa e passionale. Facendo in modo di ritornare nel calcio che conta nel minor tempo possibile, imitando o – perchè no – superando il modello Palermo.
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