ESCLUSIVA – Fimiani: “Catania vanto e orgoglio per me. Spero che una figura simile al primo Pulvirenti rilevi il club”

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Patrizio Fimiani
foto viterbopost.it

Patrizio Fimiani, portiere del Catania da Gennaio ‘96 a Luglio ‘97, ha esternato le proprie considerazioni ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com in merito al fallimento del sodalizio rossazzurro. Spazio anche ad un momento amarcord nel quale l’ex estremo difensore ha ripercorso la propria avventura ai piedi dell’Etna.

Patrizio, parlando di attualità, c’è la speranza che il calcio a Catania riparta. Ti aspettavi il fallimento?
“Negli anni di Pulvirenti si era vista una certa continuità, non mi sarei mai aspettato un epilogo simile ma purtroppo negli ultimi tempi si era rotto qualcosa all’interno della società che ha scombussolato tutti gli equilibri raggiunti. Mi dispiace davvero tanto per quello si è materializzato ma ormai non si può fare altro che metabolizzare e guardare avanti. Sul perché nessuno abbia provato a salvare il vecchio titolo sportivo dico che probabilmente già il solo fatto di chiamarti Catania implica la necessità di effettuare un investimento importante. Chiunque avesse rilevato il club avrebbe dovuto calcolare un esborso economico non indifferente, allestendo un organico che potesse lottare per le prime posizioni e non per vivacchiare in terza serie. Credo che possa essere questa la motivazione principale sul perché nessuno si sia fatto avanti per scongiurare il fallimento.

Credi che stavolta, azzerando tutto e ricominciando da capo, possa essere più facile trovare qualche imprenditore?
Lo spero e mi auguro che chiunque arrivi possa garantire la continuità necessaria per cercare di allestire qualcosa di davvero importante, contrariamente a quanto osservato nelle ultime stagioni. La speranza è che si possa incontrare qualcuno di analogo al primo Pulvirenti che, con programmazione ed idee, è riuscito a regalare campionati molto importanti a questa splendida città. Il desiderio di tutti è che alla fine si possano presentare soltanto persone serie e che abbiano veramente a cuore le sorti di questa società rilanciandola nel calcio che conta e dando finalmente nuovo lustro e serenità a tutto l’ambiente catanese.

Anche tu hai avuto la responsabilità di difendere i colori rossazzurri. Cosa ha significato per te indossare la maglia del Catania?
“Analizzando tutta la mia carriera, Catania ha rappresentato in assoluto il mio punto più alto. Per me indossare questa maglia ha rappresentato un grande motivo di vanto ed orgoglio, pertanto non posso che considerarmi onorato e fortunato nell’essere riuscito a difendere i colori rossazzurri.

Nel corso di una stagione e mezza hai ottenuto rispettivamente un 8º ed un 4º posto nel girone C della C2…
Il primo anno arrivai a Gennaio quando ormai la situazione era già parecchio compromessa. Nonostante le difficoltà provammo in tutti i modi a centrare quello che era il nostro obiettivo stagionale, cioè disputare i playoff, però purtroppo alla fine non riuscimmo nell’intento. Il secondo anno invece raggiungemmo il traguardo anche se non posso nascondere il fatto che le aspettative iniziali fossero quelle di arrivare un po’ più in alto rispetto al quarto posto finale. Diciamo che almeno durante il mio secondo anno agguantammo l’obiettivo minimo, seppur quei successivi spareggi non andarono per il verso giusto avendo perso, al ‘Partenio’ di Avellino, la gara di ritorno contro la Turris (1-0). Proprio quest’ultima, tra le circa 50 sfide disputate in rossazzurro, fu la più emozionante per me. Lo stadio era una vera bolgia. Credo ci fossero 25mila persone e, pur essendo una semifinale playoff, si parlava comunque di un campionato di C2. Trovare tutta quella gente pronta ad accoglierci e sostenerci fu davvero fantastico. Peccato soltanto non essere riusciti a regalare la vittoria a dei tifosi così unici e speciali.

Durante la tua permanenza in Sicilia con quale ex compagno di squadra hai legato maggiormente?
Tra tutti i miei ex compagni Alessandro Cicchetti fu quello al quale mi legai di più. Praticamente vivemmo due anni in totale simbiosi, stando sempre insieme ed abitando molto vicini. Inoltre lo conoscevo da una vita essendo cresciuti entrambi nelle giovanili della Roma.

Si ringrazia Patrizio Fimiani per la cortesia, la disponibilità ed il tempo concesso per l’intervista.

 

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