Tifoso e coautore del fortunato libro ‘Tutto il Catania minuto per minuto’, Filippo Solarino è intervenuto nel corso di ‘Calcionate – I Commenti in Casa RossAzzurra’ a Globus Television, si mostra favorevole all’ipotesi d’introdurre lo strumento dell’azionariato popolare, analizzando anche i momenti ritenuti più belli e brutti della storia del Calcio Catania:
“Già nel 2015 volevamo svegliare i tifosi, facendo capire che ci volesse un organo di vigilanza. Oggi il tifoso putroppo conta sempre meno, ma ho sentito parlare di un comitato promotore guidato da persone che darebbero garanzie di legalità come l’avvocato Trantino, Scuderi e Ingrassia. Sono d’accordo se lo scopo è di vigilanza. Adesso però è prematuro il discorso, occorre vedere chi arriverà. Oggi i tifosi non si fidano più, speriamo che ci sia un imprenditore abbastanza forte e non scenda a compromessi con nessuno, tagliando tutti i nodi col passato di gente che si è avvicinata al Catania più per interessi personali che per amore della squadra. Il calcio sarà sempre in mano agli imprenditori ma ci vuole anche un limite, i tifosi devono continuare ad avere un occhio sulla squadra evitando quel che è accaduto in questi anni”.
“Chi non è un tifoso delle strisciate ha tanti momenti brutti, forse più brutti che belli ma è un pò il destino di chi anche come scelta di vita tifa per una squadra che non va per la maggiore ma è quella che ti è rimasta dentro da piccolo. Io devo molto a mio padre che a 7 anni mi portò allo stadio. Non va ammainata la bandiera rossazzurra, in tanti avevano detto che senza matricola non sarebbero tornati allo stadio ma sono contento ci abbiano ripensato perchè parliamo sempre della squadra della nostra città, tra gioie e dolori. Non possiamo non lasciare una eredità ai nostri figli”.
“Il primo momento più brutto credo sia stato il caso Scaramella del ’55, in cui il Catania al suo primo campionato di A si piazzò decimo ma venne retrocesso per una situazione di pagamenti sotto banco ad un arbitro di cui il Catania fu più vittima che complice, perchè quest’arbitro ricattò un dirigente del Catania. Si trattò di un primo grande campionato di A per la squadra capitanata dal danese Hansen ma fummo retrocessi. Poi cito il 31 luglio del ’93, momento di grande ingiustizia. Dopo qualche anno di C non eccezionale ci trovammo a ripartire dall’Eccellenza. Ricordo la tenacia di Massimino sostenendo una battaglia giuridica incredibile. Il terzo momento più brutto risale allo scorso mese di aprile. Adesso saremmo anche in credito di bei momenti direi, mettiamo però anche i ‘Treni del gol’, con quel treno partito a luglio del 2015. Da gelare il sangue perchè avevo già capito dove saremmo finiti”.
“I momenti più belli? La promozione in A del 1960, con una generazione di giocatori eccezionali, di fenomeni che consentì 6 anni consecutivi di Serie A anche ad alti livelli, una pietra miliare della nostra storia. Poi ho vissuto da ragazzino la promozione dell’83, ma quella che ho provato nel 2006 è stata davvero una grande gioia. Ricordo sia la squadra del 1983 che del 2006, quest’ultima a mio avviso era superiore. L’altra fu un pò un miracolo di Di Marzio, che impostò bene il Catania in difesa, c’era un grandissimo Mastalli, Cantarutti che faceva da ariete in area ma non so quando torneremo a rivedere il Catania di Pasquale Marino. Mi auguro presto. E poi ricordo il 9 giugno 2002, ottenendo un pareggio esterno in condizioni ambientali impossibili restituendo a Catania il calcio che conta dopo 15 anni. Le lacrime di quel giorno sono state un sentimento provato da tanti”.
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