Uomo vicino a Joe Tacopina, anche nella trattativa che riguardò proprio il club di via Magenta, Dante Scibilia focalizza l’attenzione sul Catania dopo il fallimento del club, ai microfoni di QdS.it. Ne riportiamo di seguito un estratto:
“Catania è una piazza importante che ha potenzialità enormi. Ripartire dalla D offre sicuramente la possibilità di un restart senza debiti tuttavia sono necessari investimenti importanti per poter tornare nel calcio che conta. Io sono convinto che si possa immaginare una società che attraverso le proprie strutture, grazie al proprio territorio e al calore della propria tifoseria diventi un club autosufficiente. Questo passa attraverso la costruzione di un settore giovanile importante, il riavvio e lo sviluppo del centro sportivo, il riammodernamento dello stadio e il coinvolgimento dei tifosi. Anche Torre del Grifo, che in ottica prospettica rappresenta un asset importante e in futuro redditizio, necessita di investimenti sia di natura manutentiva che a sostegno delle attività che sono completamente sviate, almeno per qualche anno. Per quanto concerne la parte calcio sarà necessario investire somme ingenti per poter consentire alla squadra di risalire, e se la serie D non rappresenta un grosso ostacolo, serie C e serie B comportano rischi elevati di insuccesso. Pensare di gestire il Catania guardando a quello che serve oggi e non a quello che serve in un’ottica temporale più ampia porterà solamente a replicare gli ultimi accadimenti”.
“L’azionariato popolare? Affinché possa essere significativo sotto l’aspetto finanziario dovrebbe coinvolgere oltre centomila persone, tuttavia può essere utile al raggiungimento di altri obiettivi che indirettamente possono portare benefici anche economici al club. In Italia sia per questioni culturali ma anche economiche non si hanno casi successo. Iscrizione? A maggio dell’anno scorso i dati economici e finanziari del Catania avrebbero dovuto indurre gli amministratori a non iscrivere la squadra. Anche l’operazione di riduzione dei debiti ex art 182 bis lf con l’intervento del gruppo riconducibile a Tacopina si era conclusa negativamente per l’inadempienza del venditore. L’avvocato ciò nonostante aveva immesso notevoli somme di denaro per provare comunque a chiudere l’operazione tuttavia nei mesi successivi è diventata palese l’impossibilità di giungere ad un esito positivo. Esercizio provvisorio? Mi sembra che i curatori abbiamo cercato di mantenere in essere l’attività sportiva, purtroppo le norme del diritto fallimentare in materia sono precise e non consentono che l’esercizio provvisorio possa recare danno ai creditori ante fallimento”.
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