GRECO: “Catania, è finita una favola ma ti porterò sempre con me. Potevamo essere molto fastidiosi ai playoff”

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Grande protagonista a Catania e reduce dalla retrocessione in C con il Vicenza, ma convocato dal C.T. della Nazionale italiana Roberto Mancini per uno stage, Jean Freddi Greco interviene nel corso della trasmissione televisiva ‘Corner’, su Telecolor. Ecco quanto evidenziato:

Catania mi ha dato tutto. E’ stato il mio primo anno tra i professionisti, non mi aspettavo un exploit del genere da parte mia e un tifo così caloroso. Sono arrivato in punta di piedi e ne esco consapevole del fatto che città e squadra mi hanno dato tanto. Questa esperienza sarà impressa nella mia mente e nel mio cuore fino a quando smetterò di giocare e oltre. La chiamata di Mancini? Non me l’aspettavo, affronterò lo stage con grandissimo entusiasmo facendo vedere quello che so fare. L‘obiettivo personale è quello di cavalcare palcoscenici europei, mondiali, rappresentando una nazione che mi ha dato tanto da quando sono arrivato qua da piccolino. Il mio futuro? Ho appena finito une stagione molto complicata a livello mentale, vivendo il fallimento a Catania e la retrocessione a Vicenza. Ho un contratto triennale con il club biancorosso, vedremo più avanti. Adesso mi libero un pò mentalmente”.

“Baldini? Ti trasmette grinta, non ti fa mai mollare di un centimetro. A Vicenza ho visto in lui lo stesso entusiasmo di Catania. Se credevo di poter fare bene nei playoff col Catania? Noi ci abbiamo sempre creduto, pur avendo affrontato una stagione molto complicata tra vicende societarie e punti di penalizzazione abbiamo fatto un miracolo. Se avessimo continuato fino alla fine penso che avremmo potuto dire la nostra perchè eravamo un gruppo unico. Questo feeling tra giovani ed esperti è difficile trovarlo. Ci siamo guardati in faccia, eravamo molto delusi quando abbiamo saputo che era tutto finito perchè avevamo la convinzione che saremmo stati molto fastidiosi ai playoff una volta finito il campionato. Poi ci siamo ritrovati a pranzo, siamo stati un pò insieme e il momento dei saluti è stato il più emozionante ma anche triste, con gente che piangeva e non voleva lasciare un gruppo di uomini con cui ha vissuto un anno davvero complicato. Avevamo il minimo di speranza in una persona che poi si è rivelata un flop (Benedetto Mancini, ndr)”.

“Ho una maglia del Catania e vorrei metterla in un bel quadro al centro della stanza così, ogni volta che entrerò, ricorderò da dove ho iniziato il percorso calcistico tra i professionisti. Terrò vivo il ricordo delle emozioni forti provate. E’ finita una favola. Speriamo ne inizi un’altra per me adesso, con il grande sogno della maglia azzurra. In cosa ha sbagliato di più Sigi per l’epilogo nefasto? Dico solo che tante promesse non sono state mantenute. Molto spesso mi mettevo nei panni dei ragazzi di proprietà del Catania, avendo famiglia. Io ero in prestito e non pensavo ad un possibile trasferimento a stagione in corso ma, sinceramente, se fossi stato nelle loro condizioni non sarei andato avanti per chissà quanto. Ho capito però che chi a gennaio ha deciso di di rimanere lo ha fatto anche per l’intesa ed il feeling che si è creato. Loro sono andati oltre gli ostacoli, gli rende onore questo. Dimostrandosi un esempio di vita che ho avuto modo di ammirare. Penso a Izco, Rosaia, ma potrei nominarli tutti. Se dico grazie a me stesso? Io non ho fatto niente da solo. Ho avuto l’appoggio di mister, staff tecnico, compagni e tifosi, per ultimo metto me stesso”.

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