Eroe rossazzurro in occasione della sfida salvezza di Bologna contro il Chievo Verona nel 2007, Mauro Minelli ripercorre alcuni tratti della carriera al quotidiano online La Voce delle Valli:
“La mia prima squadra professionistica è stata il Lumezzane, in C. Poi sono andato in prestito all’Hellas Verona per un anno e mezzo e quindi all’Albinoleffe per due anni, sempre in serie B, poi al Catania dove ho esordito in Serie A, Triestina e Sassuolo in B, sei mesi a Frosinone, poi tre anni a Cremona in Serie C e sei anni a Ciliverghe in D: l’anno scorso è stata l’ultima stagione sul campo, ho giocato all’AlbinoGandino, però è stata una stagione corta a causa del Covid. Da lì ho deciso di smettere, l’età iniziava a farsi sentire e avevo un po’ di acciacchi fisici, così mi sono ritirato. Girando così tanto per l’Italia ho vissuto in città diverse, certamente vivi in un contesto diverso. L’esperienza cambia e le differenze le noti, ti fa capire come possano esserci vari modi di vivere, anche lo sport. Ho avuto la fortuna di fare un gol in Serie A, anche solo uno: era lo scontro diretto tra Catania e Chievo, dovevamo vincere per salvarci e ho segnato il 2 a 0 che ha chiuso la partita”.
“Hai risultati solo se ti alleni tutti i giorni, è quello che ti porta avere successo nel calcio come in tutto: anche quando magari non hai voglia di allenarti, lo devi fare perché solo così hai risultati. Senza impegno i risultati non arrivano. Adesso alleno gli juniores dell’AlbinoGandino (in provincia di Bergamo, ndr). Per rimanere nell’ambiente calcistico sto cercando di capire se posso dedicarmi a quello: sicuramente è meglio giocare, è più semplice e divertente (ride), ma gli anni passano e bisogna cambiare ruolo – prosegue Minelli – Questo è il mio primo anno ed è complicato. Mi piace un po’ di più allenare i bambini piccoli perché la vedo come una cosa divertente, ci divertiamo entrambi”.
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