EX ROSSAZZURRI – Angelozzi: “Catania, la città si metta in moto. Ripartendo si possono trovare tante soluzioni”

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Il dirigente del Frosinone Guido Angelozzi, ex rossazzurro, interviene ai microfoni della trasmissione televisiva ‘Corner’, su Telecolor. Focus sul futuro del calcio a Catania. Ecco le dichiarazioni riprese dalla nostra redazione:

“Se un imprenditore mi ha chiesto informazioni su Catania? Un pò di tempo fa una persona mi ha chiesto quale fosse la situazione. Gli ho detto che è una grande piazza ma se uno ha l’intenzione di andare a Catania deve farlo con l’idea di portare avanti un programma serio. Se deve speculare, meglio evitare perchè non è il posto giusto”.

“Business plan tra i punti nodali dell’avviso pubblicato dal Comune? Ho letto che prevede un piano quadriennale, con la C da ottenere al primo anno per poi programmare il resto. Servirebbero 30 milioni di euro in quattro anni e la voglia di gente seria. Come si fa a ritenere di dover vincere subito il campionato di Serie D? Non è facile. Io penso che alla fine qualcuno verrà fuori perchè Catania è una piazza importante. A Bari, dove ho lavorato, inizialmente non c’era nessuno ma poi quando si sono presentate 3-4 cordate importanti è riuscita a spuntarla la famglia De Laurentiis. Allora era più semplice perchè i grandi club potevano comprare un’altra squadra, fra due anni questo regolamento non potrà essere esercitato quindi è una difficoltà in più questa”.

“Profitti non ce ne sono. In Serie D e C non ci sono contributi. Un appassionato di calcio che ha voglia di investire può pensare di realizzare qualcosa d’importante riportando il Catania in B. Adesso conta che la città si metta in moto, che il Catania riparta con un imprenditore serio, al di là delle potenzialità economiche. Catania è una piazza meravigliosa ma anche difficile. Guardiamo al presente, l’amministrazione comunale deve muoversi, cercando anche degli imprenditori magari catanesi per ripartire. Poi ripartendo si possono trovare tante soluzioni”.

“Un mio eventuale ritorno? Se ci sono gli strumenti se ne può parlare, operare a Catania lo avvertirei come un impegno maggiore perchè Catania è casa mia, lì ho famiglia. Ma se non c’è un progetto, cosa porto avanti? E poi sono sincero, la D non la conosco. L’anno scorso Pietro Fusco, ex Catania e mio amico, ha messo su una squadra forte spendendo il giusto per la Cavese, ma è arrivato secondo. Non è semplice, e lui un pò conosceva la categoria. Può vincerla un direttore che conosce bene la Serie D rispetto a uno come me che ha fatto categorie importanti ma sconosce la D. La devi affrontare con gli under migliori. Frosinone? Sono fortunato a lavorare qui. C’è un patron (Stirpe, ndr) che è innamorato della propria città, vice Presidente di Confindustria con 5mila dipendenti ma lui impazzisce per il Frosinone”.

“Il Palermo? La famiglia Mirri è una famiglia normale che ha chiamato un manager importante, Sagramola, e ha preso come Direttore Sportivo Castagnini, che ha giocato a Catania ed è sposato con una catanese. Sono ripartiti dall’Interregionale con tante difficoltà ma sono stati bravissimi. Ora stanno risanando il Palermo e se gli riesce il colpo della promozione in B fanno 13. C’è una trattativa in corso con il Manchester City ma non è ancora sicuro che l’operazione vada in porto, ne stanno parlando”. 

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