ESCLUSIVA – Tarantino: “Scomparsa Catania sconfitta per tutta la Sicilia, solo i tifosi volevano salvarlo. Vedrei bene Lugnan sulla panchina rossazzurra”

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Pietro Tarantino

Ai microfoni della nostra redazione Pietro Tarantino, palermitano ed ex mediano rossazzurro, ha esternato le proprie riflessioni riguardo alle ultime vicende del Calcio Catania, lasciandosi andare anche ad un breve commento sulla situazione generale del mondo calcistico siciliano. Queste le sue dichiarazioni:

Pietro, considerando le difficoltà societarie di questa stagione, ti hanno sorpreso i risultati conseguiti dalla squadra in campionato?
Sinceramente no. Ho visto i ragazzzi, insieme a mister Baldini ed a tutto lo staff, sempre concentrati nel tentativo di disputare una grande annata. Ci sarebbero anche riusciti se non ci fossero stati tutti i problemi societari ed i punti di penalizzazione. Se ciò non fosse accaduto il Catania sarebbe tranquillamente arrivato ai playoff. Ed i playoff come sempre sono un vero e proprio terno al lotto nel quale soprattutto chi sta al top fisicamente può ritagliarsi il proprio spazio. Il Catania sarebbe potuto essere grande protagonista insieme al Palermo, che ha disputato un grande finale di stagione, avendo alle spalle un’ottima condizione psico-fisica. Purtroppo però il Catania è stato radiato e non ha neanche potuto terminare la stagione.

Da siciliano ed ex rossazzurro cosa hai provato a seguito della scomparsa del Calcio Catania 1946?
Al di là dell’essere stato un ex calciatore etneo, ritengo che la scomparsa del Calcio Catania sia stata una sconfitta per tutta la Sicilia; inoltre a me dispiace particolarmente perché ho sempre detto di tenere tanto ai colori rossazzurri.
Negli ultimi anni poi sono scomparse tantissime realtà siciliane (Messina, Palermo e Trapani su tutte) e questa è una disfatta per tutto il movimento calcistico regionale. Al di là del campanilismo o delle rivalità, dispiace sempre quando una squadra siciliana viene radiata, anche perché siamo sempre noi che subiamo la scomparsa di un pezzo della tradizione sportiva locale.

Perchè il calcio siciliano sta facendo così tanta fatica e come mai nessun imprenditore serio ha voluto salvare il Catania?
Questa è stata sicuramente una cosa stranissima anche perché il Catania poteva contare su un centro sportivo straordinario. Acquistando il club si sarebbe potuto rilevare anche Torre del Grifo e questo sarebbe potuto essere un vantaggio enorme. A quanto pare soltanto i tifosi – e non il mondo dell’imprenditoria – avevano la volontà di salvare il club. La scomparsa del Calcio Catania non è stata una sconfitta soltanto per la città etnea ma per l’intera Sicilia, anche perché dobbiamo ricordare che sul nostro territorio sono comunque presenti degli imprenditori molto importanti che avrebbero potuto rilevare la società o per lo meno provare ad attutire il colpo anticipando qualcosa e poi eventualmente capire come fosse la situazione per l’anno prossimo. In ogni caso per ciò che ho letto sui giornali forse è stato meglio così, ripartendo da zero e senza debiti in modo tale che qualche acquirente, magari catanese, possa seriamente impegnarsi a risollevare le sorti del club.

Da quale categoria credi che ripartirà il nuovo Catania e cosa servirebbe per ritornare immediatamente tra i professionisti?
”Per prima cosa servirebbe una seria programmazione perché quando ti poni l’obiettivo di vincere un campionato devi iniziare sin da subito ad organizzarti e lavorare per bene. Secondo me il Catania ripartirà, giustamente, dalla Serie D ma la società dovrà essere forte, seria, con un’adeguata programmazione ed un organigramma societario competente e qualificato. Rispettando questi requisiti sarà semplicissimo vincere in una piazza passionale come quella etnea.

Il Palermo dovrebbe essere rilevato dalla holding proprietaria (tra le altre) del Manchester City. Ritieni che anche Catania possa attrarre investitori così importanti?
Me lo auguro di cuore anche perché in Sicilia c’è tantissimo potenziale da scoprire e sul quale investire. Da siciliano dico che secondo me la nostra è una delle terre più belle che ci sia. Se qualcuno fosse seriamente disposto ad investire, piazze come Catania e Palermo farebbero gola a tanti. Se questo gruppo di imprenditori arabi ha deciso di puntare sul Palermo è perché probabilmente è riuscito a cogliere delle potenzialità importanti e mi auguro che possano fare una grande squadra. Catania, anche se un po’ più piccola, è molto simile a Palermo e con una passione enorme. Il calore che riescono a trasmetterti queste due piazze soltanto poche altre realtà possono eguagliarlo, pertanto mi auguro che anche per la piazza etnea possano aprirsi le porte di una grande proprietà.

Un gruppo imprenditoriale potenzialmente interessato a rilevare il club rossazzurro potrebbe puntare su Luca Lugnan come prossimo allenatore degli etnei. Da ex compagno di squadra come lo vedresti al timone dei rossazzurri?
Luca lo vedrei benissimo sulla panchina etnea anche perché ha già avuto delle esperienze da allenatore e quindi è ben rodato. Lui poi è una persona molto equilibrata e conosce benissimo la città di Catania. Mi auguro che la nuova proprietà scelga qualcuno come lui che abbia indossato questa maglia capendone il peso specifico e che faccia davvero di tutto per il bene di questo questo club avendone a cuore le sorti.

Da palermitano cosa ha rappresentato per te il Catania e cosa vorresti dire ai tifosi?
Catania per me ha rappresentato tanto anche perché chi gioca in questa piazza, al di là della categoria di appartenenza, si sente sempre e comunque un giocatore di Serie A. Cammini per strada e ti fermano, ti riconoscono tutti e poi partecipi a tantissime trasmissioni televisive. Ai tifosi vorrei solo dire di avere molta pazienza con l’augurio però che la società possa essere acquistata da persone serie, valide e che facciano le cose per bene. Catania può dare ancora tanto al calcio italiano e merita veramente di ritornare quanto prima in Serie A.

Si ringrazia Pietro Tarantino per là cortesia, la disponibilità ed il tempo concesso per l’intervista.

 

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