La speranza di ripartire presto e bene esternata, ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com, dall’attuale dirigente del Giarre, nonché ex centrocampista rossazzurro, Maurizio Anastasi. Per lui ha significato tanto avere vestito la maglia dell’Elefante. L’eventuale partecipazione al campionato di Serie D del Catania deve rappresentare soltanto il punto di partenza verso nuove fantastiche pagine di storia a tinte rossazzurre. Spazio infine ad alcune riflessioni sulla prossima stagione e sull’importanza dei giovani nel massimo campionato dilettantistico italiano.
Maurizio praticamente sei cresciuto indossando la maglia del Catania. Credi in una ripartenza importante?
“Per me indossare la maglia della mia città è stato un enorme motivo di vanto ed orgoglio. Non è da tutti poter giocare nel Catania ma per mia fortuna ho potuto coronare questo grande sogno riuscendo anche ad ottenere due promozioni, la prima in C2 e la seconda in Serie A. Credo forse di essere stato l’unico, dopo Gennaro Monaco, ad essere riuscito a centrare questa particolare impresa. Alla luce di questo, sapere che quel club, per me così importante e significativo, non ci sia più mi rattrista immensamente. Adesso però è tempo di ripartire ma sarà necessario trovare delle persone che forniscano basi realmente solide. La passione da sola non può bastare per andare avanti ma deve necessariamente essere coadiuvata da un’ingente forza economica, garanzie e progettualità. Catania è una piazza importante che ha bisogno di essere rilanciata tornando nuovamente nel calcio che conta. Partendo dalla Serie D si dovrà raggiungere la A, un po’ come accaduto nel recente passato dove, dopo i fatti del ‘93, il club rossazzurro ha ricominciato tutto da capo riuscendo a scrivere nuove ed indelebili pagine della propria storia fino a rimanere consecutivamente per quasi un decennio in massima serie e conquistando progressivamente risultati sempre più importanti che hanno fatto innamorare dei colori rossazzurri non soltanto i siciliani ma tutti gli italiani. Ripartire dai Dilettanti con imprenditori non all’altezza non avrebbe il minimo senso perché in questo modo si prenderebbero soltanto in giro i tifosi. Per rinascere concretamente per prima cosa sarà fondamentale trovare un imprenditore molto ingente a livello economico e mosso da una grande passione. Dopodiché la nuova società dovrà inserire tutti i tasselli al posto giusto scegliendo uno staff tecnico e dirigenziale che sia quanto più competente e diligente possibile nel proprio ruolo. Tutti gli altri aspetti, come ad esempio il nodo legato al centro sportivo di Torre del Grifo, possono anche essere trattati con più calma. Sulla questione del Village in particolare bisognerà analizzare tutti gli aspetti amministrativi per cercare di capire come incorporarlo nuovamente nel Catania Calcio e creare così ex novo un nuovo progetto da perseguire.”
Qual’è la sfida che ti ha fatto emozionare di più?
“Tra le tante partite che mi sono rimaste impresse quella con l’Atalanta vinta per 4-1 qui al “Massimino” durante la stagione della promozione è la sfida che mi ha suscitato le maggiori emozioni ed in assoluto è stata una delle più belle che ho affrontato qui alle pendici dell’Etna. Catania-Albinoleffe purtroppo non l’ho potuta vivere in prima persona perché in quel periodo stavo ancora pagando le conseguenze di un gravissimo infortunio subito in quel di Bologna dove mi ruppi contemporaneamente il legamento crociato, il menisco e la cartilagine. Rimasi 11 mesi fermo, quindi da parte mia non può che esserci del rammarico per non essere sceso in campo in quella partita. L’adrenalina, la voglia e la carica agonistica che avrei messo non si sarebbero potute quantificare, anche se nel complesso ho comunque offerto il mio contributo nel corso di quella annata. Quel match però è stato in assoluto il momento più atteso della stagione. La cornice di pubblico era davvero qualcosa di indescrivibile e noi calciatori eravamo pronti a gioire ed esultare insieme alla nostra gente. Ricordo una partita pazzesca anche perché gli avversari non ci regalarono nulla visto che pure loro si giocavano una buona fetta della stagione. Conquistando i tre punti avrebbero raggiunto la salvezza diretta abbandonando i playout, pertanto fu una partita molto dura. Tuttavia nonostante qualche difficoltà alla fine tutto andò per il verso giusto e noi conquistammo meritatamente la massima serie.”
Adesso che il Comune ha pubblicato l’avviso per raccogliere eventuali manifestazioni d’interesse ti aspetti un andamento molto diverso rispetto a quanto accaduto fino a qualche mese fa?
“Mi aspetto ed auguro che chi rilevi il Catania sia una persona seria e molto forte economicamente. Considerando tutto il percorso che dovrebbe fare il nuovo sodalizio etneo ribadisco ancora una volta che non avrebbe alcun senso che un imprenditore avente una scarsa liquidità si possa fare avanti proponendo o creando un progetto che non abbia delle fondamenta realmente solide. Il Catania deve ricominciare dalle proprie ceneri, azzerando tutto e ripartendo dalla D. Con l’ausilio delle componenti tecnico-dirigenziali adeguate si dovrà costruire una squadra molto importante per la categoria che riesca obbligatoriamente ed immediatamente a centrare la promozione in Serie C e ritrovare così il professionismo.”
Da dirigente di un club di Serie D potresti spiegarci in maniera più dettagliata l’importanza degli under in questa categoria e quali sono le insidie che il nuovo Catania potrebbe incontrare la prossima stagione?
“La serie D è un campionato ricco di agonismo e lo confermo anche per esperienza diretta avendola vissuta per quattro anni in qualità di calciatore e poi, da quest’anno, come direttore generale. Rispetto all’Eccellenza è un mondo totalmente diverso visto che nel massimo campionato regionale, pur essendoci comunque molti giovani, il ritmo non è minimamente paragonabile. Oltre a ciò ovviamente non possono passare in secondo piano neanche le possibili insidie rappresentate dalle squadre che, potenzialmente, l’anno prossimo potrebbero far parte del nostro girone. Vibonese, Cavese, Paganese, Acireale, Trapani, che per quello che so sta allestendo un organico molto ma molto importante, sono tutte piazze che mirano al salto di categoria. Inoltre sarà presente pure il Lamezia, squadra che quest’anno ha speso più di tutti nel nostro girone ma che alla fine ha centrato soltanto i playoff. I giovani, specialmente in un campionato come la D, sono assolutamente fondamentali pertanto la scelta degli under si rivelerà decisiva, e questo lo dico sia in senso positivo che negativo. Si dovranno ingaggiare in maniera molto oculata e mirata quei giovani che, soprattutto per le società che ambiscono al salto di categoria, siano già pronti a vivere da protagonista un campionato così complicato. Una squadra come il Catania dovrà reperire esclusivamente under in grado di fare la differenza sin da subito e che magari provengano anche da squadre professionistiche. Fermo restando comunque che, per vincere in D, anche gli over avranno la loro rilevanza visto che servirà gente di categoria con comprovata esperienza tra i Dilettanti e qualche elemento proveniente pure dalla C. In altre parole per creare un progetto che permetta al Catania di risalire immediatamente si dovrà amalgamare il giusto mix di giovani e ‘vecchi’.”
C’è tanta attesa in una realtà come Giarre nell’affrontare il Catania? E come valuti complessivamente la stagione disputata dai gialloblù?
“Affrontare una piazza come Catania ha indubbiamente un grande fascino, dunque incrociare i rossazzurri sarà senza alcun dubbio molto bello ed emozionante. Ritengo che, proprio con l’aggiunta del club etneo, l’anno prossimo sarà un girone parecchio complicato ma molto stuzzicante. Riguardo alla nostra stagione ci sarebbe davvero tanto da raccontare. Ad inizio anno abbiamo imbastito una campagna acquisti per centrare l’obiettivo dei playoff, ingaggiando anche degli elementi che avessero giocato pure in categorie superiori, però purtroppo le aspettative iniziali non sono state minimamente rispettate. A stagione in corso si è cercato un po’ di raddrizzare l’andamento puntando esclusivamente sulla salvezza che alla fine siamo riusciti a centrare proprio all’ultima giornata contro il Licata. Diciamo che quella del Giarre è stata un’annata un po’ maledetta, nella quale pur avendo un buon prodotto i risultati hanno faticato ad arrivare. Purtroppo annate del genere, specie nel mondo del calcio, capitano. Da parte mia c’è la massima disponibilità nel continuare il progetto ma ovviamente tutto dipenderà dalle scelte del patron Nirelli”.
Hai un messaggio da mandare ai tifosi del Catania?
Ai tifosi rossazzurri posso solo dire di continuare ad essere il dodicesimo uomo in campo, rimanendo accanto alla squadra come d’altronde hanno sempre fatto anche durante questi anni poco felici. La tifoseria rossazzura merita esclusivamente applausi per il comportamento che ha tenuto e sono più che convinto che anche se si dovesse giocare alla spiaggia libera della playa ci saranno sempre e comunque dieci mila persone a sostenere quella maglia. Il cuore dei tifosi etnei è davvero immenso e continuerà a battere sempre e solo per questi meravigliosi colori.”
Si ringrazia Maurizio Anastasi per la cortesia, la disponibilità ed il tempo concesso per l’intervista.
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