Daniele Lo Porto, giornalista del ‘Giornale di Sicilia’, torna a parlare sui social dell’esclusione del Catania dal campionato nella speranza che al più presto si riparta. nel corso di ‘Calcionate – I Commenti in Casa RossAzzurra’ a Globus Television. Ecco un estratto del suo intervento:
“In questo momento Catania è una città con un comune in dissesto, un amministrazione con il massimo rappresentante sospeso per le vicende che conosciamo, adesso senza squadra di calcio. Una città può anche vivere senza calcio, un pò meno Catania, basta vedere le immagini della passione dei tifosi a Torre del Grifo. Ma ricordiamo che una squadra di calcio – o pallacanestro in altre città – è la cartina di tornasole della realtà sociale ed economica. Una società di calcio ha una filiera di economia, posti di lavoro, indotto, commercio, turismo che forse ai più sfugge. Quando il Catania giocava in Serie A, c’erano 18mila spettatori a partita, venivano tifosi da tutta Italia, lavoravano i bar, le agenzie di viaggio, i pullman, la ristorazione, i Catania Point, gli steward in numero elevato. Tutto un indotto economico che serve anche a rilanciare l’immagine di una città. Paradossalmente Catania, che in questi ultimi anni sta crescendo tantissimo in termini di presenza e destinazione turistica, perde una delle componenti attrattive”.
“Il Sindaco e l’amministrazione comunale non potevano essere determinanti, non avendo strumenti tecnici ed economici per intervenire. Ma un’amministazione presente e ‘pesante’ avrebbe potuto cercare di stimolare realtà locali. Anche se avrebbe risolto i 54.5 milioni di debiti del Calcio Catania, non avrebbe dato liquidità alla inesistente Sigi e non avrebbe potuto interferire sulle decisioni – assolutamente legittime secondo me – dei curatori e del Tribunale fallimentare. Spero che i tempi per la procedura del bando siano ridotti. Altrimenti Catania rischia di perdere non solo la categoria, ma anche un anno di attività agonistica. Credo che entro giugno verrà stabilito tutto, mi auguro che si riparta almeno dalla D e questa astinenza da calcio possa durare il tempo minimo per rivedere una nuova squadra rossazzurra”.
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