L’articolo riportato è uno stralcio dell’originale, non volto a sostituirsi a questo, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando il giornale ‘La Sicilia’ in rassegna
Il giornalista di Sky Sport Peppe Di Stefano ricorda il valore del derby di Sicilia per Eccellenza, Catania-Palermo. Ieri, sabato 16 aprile, si sarebbe dovuto giocare allo stadio “Renzo Barbera” ma i rossazzurri sono stati esclusi dal campionato.
“Valeva come una finale di Champions League, per noi – scrive – Non era solo sport. Non era solo calcio. C’era tanto altro. C’erano due anime, due tradizioni, due culture, le due colonne portanti della Sicilia”. Il derby “diventava l’evento. Un’attesa spasmodica, inferiore solo alla festa di Sant’Agata di inizio febbraio, per noi catanesi” con “il profano che si mescolava al sacro, quando i tifosi chiedevano alle rispettive ‘santuzze’ la grazia… per vincere il derby”. E quello di ieri, “se si fosse giocato, sarebbe stato speciale. Perchè in tutti c’era una storia. E ci sarebbe stata anche stavolta, con un Catania in piedi per miracolo ed un Palermo lanciato e ambito da proprietà importanti. La classifica ha avuto sempre un valore relativo, così come i giocatori in campo. Contava lo spirito. Valeva una stagione”.
Il derby “era l’orgoglio di tutti noi, come dire all’Italia tutta: «oggi l’ombelico del mondo del calcio siamo noi». Era una delle poche cose che legava anime diverse. Ragazzi del quartiere, avvocati, imprenditori e medici”. Affiorano i ricordi di risultati come il 3-3 del Catania di Toshack, il gran gol di Cipriani nel ’93 tra le fila del Catania di Bianchetti che vinse a Palermo, lo storico 0-4 con gol di Mascara da 50 metri al volo vedendo anche “giapponesi mancare carne di cavallo dopo un gol al Palermo” e “Campioni del Mondo nel 2006 colorati di rosanero”. “Le sfide contro Milan, Juve e Inter erano belle. Stupende. Ma il derby era un’altra cosa”, tra due popoli “che non si sono mai amati ma sempre rispettati”.
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