Catania apre le porte al futuro, presto infatti una nuova realtà calcistica nascerà in città. Il passato però non può ancora essere messo da parte, com’è giusto che sia. Abbiamo sentito relativamente alla situazione attuale il collega giornalista di Video Regione, Bruno Capanna. Di seguito il commento del professionista:
Era un epilogo scontato o pensavi che il Catania potesse completare la stagione?
“La situazione societaria era pessima ma credevo che almeno sarebbe stato possibile concludere il campionato. E’ pur vero che, di fronte all’assenza di imprenditori interessati, il Catania sarebbe morto comunque e dunque il Tribunale, seppure in maniera brutale, ha decretato la fine dei giochi prima del previsto. In realtà le occasioni per salvare il Catania ci sono state e bisogna riconoscere alla curatela ed allo stesso Tribunale che è stato fatto di tutto per tenerlo in vita. Ma se, più volte, non si è presentato nessuno, non si poteva pensare di allungare l’esercizio provvisorio e sperare nell’impegno economico di qualche volenteroso imprenditore locale per completare il campionato”.
Adesso la città attende una ripartenza, verosimilmente dalla Serie D. Con questo scenario credi che gli imprenditori che in passato non si sono mossi potrebbero essere maggiormente attratti dall’affare Calcio Catania?
“Secondo me questa volta ci sarà qualcuno che presenterà la manifestazione di interesse. Il costo, sebbene importante, non è paragonabile a quanto si sarebbe dovuto sborsare nella precedente situazione. Sarà importante piuttosto il bando redatto dal Comune che dovrà mettere dei precisi paletti per evitare che si presentino persone “sgradite”. Sono fiducioso insomma che finalmente il Catania possa ripartire in maniera seria. E non escludo l’interesse di qualcuno non catanese d’origine”.
Capitolo Torre del Grifo. La gente vorrebbe capire anche su quel fronte cosa potrebbe succedere. Tu ti sei fatto una idea?
“Per Torre del Grifo, il Comune non può fare assolutamente nulla. La struttura fa parte dei beni del fallito Calcio Catania e quindi si potrà valutare il da farsi solo dopo che nasca la nuova società. Io credo che il nuovo proprietario del Catania parlerà poi con il Credito Sportivo per capire cosa si può fare. Non è escluso che parte della struttura possa essere utilizzata dal Catania ed un’altra per scopi diversi. Bisogna ricordare che i costi per mantenere Torre del Grifo sono elevati e questo potrebbe frenare possibili discorsi. Tutto comunque dipenderà da chi si aggiudicherà il bando. C’è ovviamente la possibilità che il Catania sia costretto ad emigrare e trovare un’altra struttura. In quel caso il Comune dovrà trovare una soluzione”.
C’è un modello di società da cui secondo te sarebbe meglio ripartire?
“Io credo che non ci sia un solo modello da seguire ma bisogna prendere il meglio delle società che si sono trovate ultimamente nelle condizioni del Catania. Mi vengono in mente Parma, Bari ma anche Palermo, Novara. Se si avranno le idee chiare si potrà pensare di tornare nel calcio che conta nel giro di qualche anno. Non sta scritto da nessuna parte che il Catania vincerà a mani basse la serie D che è un campionato difficile. Servirà gente di categoria ed anche dirigenti che conoscono l’ambiente. Se si partirà con il piede giusto, la tifoseria, ancora disgustata per quanto accaduto, tornerà a riempire il Massimino”.
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