ESCLUSIVA – Avv. Carbone: “Ecco perchè l’esercizio provvisorio non poteva essere disposto”

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Il Tribunale di Catania ha interrotto oggi l’esercizio provvisorio del ramo sportivo del Calcio Catania, scrivendo la parola fine anche sul campionato dei rossazzurri con quattro partite d’anticipo. Adesso si dovrà ricominciare da zero. Forte amarezza in città per tifosi e addetti ai lavori che hanno sperato nel mantenimento del titolo sportivo fino all’ultimo. Per parlare dei fatti delle ultime ore abbiamo sentito l’avvocato Fabrizio Carbone, da sempre vicino alle vicende del club etneo.

“Decisione inevitabile e purtroppo prevedibile. L’esercizio provvisorio – spiega Carbone – è funzionale alla cessione del ramo di azienda sportivo del fallito Calcio Catania s.p.a e non può essere disposto se non sussiste una concreta possibilità di vendita. Per quanto apprezzabile, la disponibilità da parte di alcuni imprenditori al versamento di somme utili alla conclusione del campionato non poteva essere accettata perché sarebbero servite per pagare dei debiti creati proprio per il prolungamento non giustificato dell’esercizio stesso, che non deve in alcun modo gravare ulteriormente le ragioni dei creditori. L’operazione FC Catania 1946 mi è apparsa da subito priva dei benché minimi criteri di serietà, professionalità e solidità economica.

Nonostante i rocamboleschi tentativi dell’imprenditore romano, al quale il Tribunale obtorto collo ha dato la possibilità di addivenire all’acquisto del ramo sportivo, non avrebbe certamente potuto assicurare un futuro al Catania. Probabilmente avrebbe solo ulteriormente allungato sofferenza e umiliazione. Dispiace non aver potuto omaggiare lo staff tecnico, dal Direttore Maurizio Pellegrino, al Mister Baldini, ai giocatori e ai dirigenti, ma spero si possa organizzare un’apertura straordinaria del Massimino a spese del Comune per salutare degnamente il Calcio Catania.

Era difficile immaginare che non ci fosse nessun imprenditore non catanese interessato all’acquisto di una Società come il Catania. Evidentemente serve una riflessione profonda e onesta sulle ragioni per cui la città non attrae investitori. Serve uscire dalla presunzione di essere i migliori – chiosa l’avvocato – e impegnarsi a fondo per colmare le tante lacune socio/economico/culturale che attanagliano Catania”.

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