È passata una settimana, il Catania si è fermato 7 giorni fa e nessuno dei responsabili ha chiesto scusa. Nessuno ha fatto mea culpa, o spiegato alla città con la dovuta solerzia perché sia andata così. Ciò che accade, invece, è un tentativo immediato di riposizionamento in vista del Catania che verrà.
Il Catania è stato massacrato, bombardato da un accanimento terapeutico che si è protratto per molte stagioni. I tentativi maldestri di salvezza si sono rivelati assai inadeguati allo scopo.
È adesso c’è da sciogliere anche il nodo Torre del Grifo. Occorre razionalizzare gli ultimi mesi e arrivare al nocciolo della questione: quale destino per il centro sportivo? Qualcuno ha intenzione di metterci le mani? Sta già succedendo?
Ci sarà modo di vedere Torre del Grifo di nuovo unito al sodalizio calcistico della città di Catania? Oppure con gli anni si trasformerà in ecomostro perché nessuno avrà creduto nelle sue potenzialità?
Più di una singola entità, secondo quando si apprende, guarda con interesse verso “Torre”, qualcosa si muove, per qualcuno è casa. Come nel caso del “nuovo” Catania, comunque, appare necessaria una rottura con il passato.
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