Diario di bordo, Day 6: illusioni, promesse e declino

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Fra poche ore sarà passata una settimana dal triste epilogo del campionato del Catania in un’annata drammatica per la città etnea. Mentre si svuotano gli uffici di Torre del Grifo, e nei campi di calcio si respira un silenzio insolito e si consuma la tragicità di quanto è accaduto, come abbiamo raccontato a più riprese è partita al Comune la pratica per tentare di far ripartire il calcio in città almeno dalla Serie D, il gradino più alto nel contesto del dilettantismo.

Da dilettanti è stata la gestione societaria della compagine che ha gestito il Catania conducendolo al fallimento, assumendo sulle proprie spalle una responsabilità e un peso debitorio ben più grande rispetto a quanto poteva reggere. Non è questo un atto di amore ma un folle gesto che ha prolungato l’agonia di una intera comunità sportiva. Quante promesse non mantenute, non le possiamo dimenticare. “Non avremo problemi per l’iscrizione”, “è fatta per la cessione a Tacopina” e ancora “la SIGI è più compatta che mai”. Parole, queste, che pesano come macigni.

E mentre si pensa al nuovo Catania, in Tribunale alla sezione fallimentare i lavori che riguardano la società fallita a dicembre proseguono. La storia di questo fallimento fa male alla città, ecco perché le responsabilità legate a questi avvenimenti dovranno essere chiarite. Non è facile pensare, oltre agli effetti già descritti sopra, ai lavoratori che hanno perso il proprio incarico dopo mesi di stenti (a tal proposito la situazione relativa ai calciatori dovrebbe sbloccarsi in tempi brevi). È mancata la trasparenza nel dire le cose come stavano, forse in questo caso sarebbero andate diversamente e questo finale sarebbe stato meno traumatico. Invece in città si cerca ancora di raccogliere i cocci dopo l’esplosione letale che ha mandato in frantumi il sogno di una prosecuzione della storia rossazzurra sotto i vessilli storici della matricola e del titolo sportivo legati al Catania ’46.

Intanto dal Nord qualcosa si muove: con l’amaro in bocca per aver perso un patrimonio inestimabile, seguiamo gli sviluppi studiando le credenziali di chi si propone quale alternativa per un nuovo corso calcistico sotto l’Etna.

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