Diario di bordo, Day 4: il Comune dà il via, in città qualcosa si muove

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Ieri si titolava “Voltare pagina”, oggi i movimenti primordiali che dovrebbero portare un nuovo sodalizio a gestire la squadra di calcio della città. A premere il bottone del via il Comune di Catania, pronto ad attuare le procedure con la Federcalcio per arrivare alla possibile concessione di un titolo sportivo in Serie D, sempre seguendo le regole federali che aprirebbero a tale evenienza, anche se nulla in questa fase è scontato. Proprio il Comune con una nota ufficiale ha comunicato di aver cominciato i lavori in questo senso. Certo in questo momento la politica catanese è martoriata su diversi fronti, partendo dalla sospensione di Salvo Pogliese per noti fatti di cronaca che in questa sede è inutile ripercorrere. Comune pressato dalla città che dopo la cocente delusione della cancellazione vuole ripartire con più certezze e senza perdite di tempo che potrebbero determinare scenari nefasti come l’assenza per un anno dai palcoscenici calcistici anche nel dilettantismo, in quarta serie o inferiori.

In città c’è fermento ed è certo che sono in atto i primi movimenti, da parte di imprenditori o ricercatori del colpaccio della vita, per studiare l’affare con l’investimento sul pallone. Un investimento tutt’altro che semplice, visto che il calcio negli ultimi anni soprattutto è cambiato molto e le spese sono davvero importanti. Non tutti possono permettersi una sfida del genere. Ecco perché il bando, per essere di qualità, dovrà contenere elementi selettivi e stringenti ma allo stesso tempo fattori di stimolo per imprenditori veri, chiamati ad investimenti importanti che però potrebbero portare a determinati benefici, per esempio con la gestione dello stadio. Almeno due i movimenti in atto al momento, parlando di imprenditoria locale, anche se ancora gli scenari non sono delineabili. Sono emersi i nomi di Morosoli da una parte e quello di Pulvirenti dall’altra, per un ritorno che avrebbe del clamoroso nel caso di quest’ultimo.

Per quanto riguarda il primo, invece, un comunicato stampa diramato prima dell’interruzione dell’esercizio provvisorio annunciava la disponibilità a lavorare su un progetto calcistico a Catania, a patto di rintracciare dei partner facoltosi disposti a condividere l’avventura. Probabile che in queste settimane i contatti possano divenire più intensi. Del resto, se appare decisamente più semplice, con una discreta capacità economica, vincere in Serie D, di sicuro lo stesso non può dirsi per la Serie C, campionato molto più complicato in cui si lotta per vincere spendendo tra i 6 e i 7 milioni di euro a stagione. Conti alla mano, per superare il tabù e arrivare in Serie B, gli investimenti ci vogliono e non si parla di cifre basse. Bisogna puntualizzarlo perché a Catania nessun imprenditore può permettersi di investire quella somma senza prima averci ragionato a fondo. Forse per imprenditori esteri potrebbe essere più facile ed ecco dunque che la speranza di una proprietà facoltosa attratta dalla Sicilia e dalla città etnea prende corpo.

Intanto però occorre guardare alla realtà, descritta già tante volte: si è capito che chiamarsi Catania non induce imprenditori da ogni dove a correre per accaparrarsi il club, inoltre al momento la città vive una fase di crisi generale per cui pensare di investirci sembra una follia. Eppure bisogna tornare a credere nelle potenzialità di Catania. Al momento la soluzione che appare migliore da percorrere è quella che porterebbe ad un sodalizio di 2-3 soci di discreta portata pronti ad investire insieme sul progetto. A meno che non arrivi da lontano un supereroe dal portafoglio importante

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