Le pessime scelte gestionali dell’ultimo decennio hanno spinto progressivamente l’Elefante verso un buco nero dal quale difficilmente sarebbe potuto uscire. Il deragliamento della trattativa con l’avvocato newyorkese Joe Tacapona ha posto la fine sulle già esigue speranze di salvezza della matricola 11700 e tutti i successivi maldestri tentativi di cessione e prosecuzione dell’azienda sportiva hanno portato all’inevitabile scomparsa del Calcio Catania 1946. Tuttavia la passione e l’amore viscerale che questa piazza nutre nei confronti della maglia rossazzurra, pur essendo state messe a durissima prova, non sono mai mancate. La dimostrazione lampante di questo straordinario affetto è stato il bagno di folla tributato dalla tifoseria alla squadra nel giorno del congedo finale, testimonianza ulteriore di quanto forte e profondo sia il legame tra la città etnea e la propria squadra di calcio.
Ricostruire dalle macerie di questo terremoto sportivo è possibile e deve essere l’obiettivo primario della nuova società che con ambizione, serietà, progettualità ed investimenti dovrà riportare in alto il calcio catanese. In attesa di capire se la FIGC consentirà al nuovo Catania di ricominciare direttamente dai Dilettanti, la futura proprietà dovrà necessariamente evitare gli errori del passato, inserendo gli uomini giusti al posto giusto. A prescindere dalla categoria di militanza, la gestione del sodalizio rossazzurro non può essere affidata a persone poco competenti, pertanto sarà importante puntare su “uomini di calcio”, ben consci e consapevoli delle insidie e delle incognite che possono nascondersi nell’arco di una stagione.
Ipotizzando il migliore scenario possibile, sarà necessario ingaggiare uno staff tecnico (su tutti direttore sportivo ed allenatore) che conosca a menadito il campionato Dilettanti e, lavorando in sinergia tra loro, riesca a reperire sul mercato elementi utili e funzionali per un repentino ritorno tra i professionisti, senza sobbarcarsi in spese folli ma lavorando con lungimiranza ed intelligenza. In tal senso la regolamentazione della Serie D prevede l’utilizzo obbligatorio, in ogni singola partita, di diversi under, per cui dovranno essere ingaggiati giocatori giovani, talentuosi e di personalità, in grado di reggere le altissime pressione della piazza etnea sopportandone oneri ed onori. Proprio il lavoro sui giovani dovrà essere un aspetto cruciale del futuro Catania, ricostruendo una cantera nuovamente utile e funzionale ispirandosi ai grandi modelli europei e cercando di riassociare il Village al Catania Calcio. Catania è pronta a ripartire da zero e scrivere nuove pagine di storia, ma senza essere nuovamente calpestata da chi non ha la volontà o la possibilità di riportare in alto l’Elefante.
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