All’AdnKronos il parlamentare nazionale del Pd, Santi Cappellani, si sofferma sull’esclusione anticipata dal campionato di serie C per la squadra rossoazzurra:
“Se non si riescono ad attrarre investitori sul Catania Calcio, come si può pensare di attrarre investitori in qualsiasi altro campo economico? La vicenda del Catania Calcio è una cartina di tornasole dell’immagine di Catania. Il Catania Calcio è un grande ‘brand’ per tradizione, per seguito, per trasversalità. Il Cibali, o Massimino, è un luogo in cui la città si è sempre ritrovata al di là dell’appartenenza a un quartiere o a una classe sociale. Che non si sia riuscito a trovare una cordata di imprenditori convinti a investire su un ‘marchio’ come il Catania Calcio è un segnale importantissimo da non prendere sottogamba, ed è anche un segnale profondamente ‘politico’”.
“Abbiamo un assessore regionale allo sport, Manlio Messina, che è catanese. Abbiamo un ‘quasi’ sindaco, Salvo Pogliese, che allo stadio ha fatto gran parte della sua campagna elettorale, abbiamo un assessore comunale allo sport, Sergio Parisi, che adesso rilascia dichiarazione su come risolvere la faccenda, ma come si dice a Catania ‘a Sant’Aita prima c’arrubaru e poi ci ficiru i porti ‘i ferro’. E’ possibile che questa classe politica al potere non abbia nessuna connessione con il tessuto imprenditoriale? Non è il Calcio Catania che è fallito, ma Catania. Cercherò, nei prossimi giorni di incontrare qualche amico imprenditore, di parlare con chi ha avuto a che fare con l’amministrazione di questo ‘marchio’ storico come il Catania Calcio, al quale la città tutta è legata. Non posso essere ottimista. Ma bisogna lottare”.
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