Attraverso i social, l’avvocato Giuseppe Rapisarda, tifoso ed opinionista da sempre vicino alle vicende del Catania scrive una lettera all’indirizzo dei curatori fallimentari:
“Gentili professionisti della curatela del calcio Catania. Ciò che scrivo va inteso col massimo rispetto per il mandato da voi assunto ma al contempo con la esigenza di chiarezza non più rinviabile Perché col Catania facciamo prima a comprenderci senza infingimenti alcuni. Se il calcio riveste rilevanza sociale come più volte ripetuto dal presidente del tribunale, e la ha oggettivamente, voi dovete avvertire il dovere di rendere chiari, sempre, non ad intermittenza, agli operatori della informazione ed a chi “fa opinione” presso un numero rilevante di tifosi passaggi essenziali che riguardano il Catania.
È necessario che ciò avvenga sempre. Voi curatori non potete, in via di conducenza ed opportunità, far pubblicare un comunicato una sera e la sera dopo adottare comportamenti non in linea con quanto formalizzato in precedenza. Qui non si tratta di essere pro o contro M, questa divisione è fuorviante. Siamo Seri. Si tratta piuttosto di salvaguardare il presente ed il futuro del titolo sportivo in un quadro che garantisca certezze di regole e procedura. Che riguardano il Catania e qualunque altra società si sia trovata e si troverà in futuro nella situazione giuridica del Catania.
Altrimenti l’operatore del diritto cui tanti si rivolgono, inclusi i giornalisti, per chiedere lumi su cosa stia accadendo, resta sconcertato. La certezza del diritto e della procedura sono beni da tutelare al pari del valore sociale del Catania. Le condizioni di acquisto del ramo di azienda sportiva non sono modificabili. Noi ieri a seguito del vostro comunicato stampa del giorno precedente ci attendevamo o una remissioni in termini per la stipula del rogito alle condizioni date o la decadenza del promittente acquirente inadempiente. Non è accaduto né l’una né l’altra cosa, per lo meno non conosciamo cosa sia accaduto, ma sappiamo di un incontro fuori sede col Notaio rogante e, parrebbe, un versamento di importo (a quale titolo ricevuto ed in forza di quale provvedimento autorizzativo non è dato sapere) non corrispondente nel quantum alle condizioni tassativamente imposte nella gara d’asta.
Evidentemente eravate state autorizzati alla incombenza. Così, tuttavia, si perde la filiera delle spiegazioni e chiarimenti cui l’opinione pubblica, non solo catanese, ha diritto. Sembra rebus sic stantibus, non è così certamente, che in apparenza sussista una procedura parallela ad hoc afferente la spa calcio Catania fallita e che il signor M possa ignorare termini concessi, perentori, e modalità di pagamento alla stregua di qualunque trattativa privata mutevole in base alla autonomia contrattuale delle parti. Tale non è la vicenda o meglio la fattispecie che ci occupa. Pertanto apprezzando ciò avete fatto sino a qui, gentili curatori, l’invito è quello di essere adesso più di prima chiari nelle determinazioni assunte e conseguenziali in un quadro di regole certe, conosciute e riconoscibili, che afferiscono agli acquisti dalla massa fallimentare del ramo d’azienda.
Ci stiamo perdendo la logicita’ di alcuni passaggi e tocca a voi farci comprendere che il confine tra Arbitrio e Diritto è ancora nitido e per nulla opaco. Attendiamo nello immediato una nota esplicativa con precisi riferimenti normativi o il rimando al provvedimento autorizzativo sullo incontro di ieri sera.
Fateci sapere, fateci capire”.
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