Il centrocampista del Catania Pier Luigi Simonetti commenta nel post gara la doppietta che ha permesso alla sua squadra di fare bottino pieno a Castellammare di Stabia. Ecco quanto evidenziato da TuttoCalcioCatania.com:
“Iniziare la partita sapendo dei punti di penalizzazione poteva essere un fattore negativo e incece ci ha dato ancora più forza e voglia di fare bene, il risultato è frutto della prestazione e del modo in cui giochiamo. L’unico pizzico di rammarico c’è in relazione al fatto che potevamo sfruttare meglio le occasioni create sia nel primo (soprattutto) che nel secondo tempo. Avremmo potuto chiuderla già nella prima frazione. Per il resto non penso che ci dobbiamo fasciare la testa, l’importante è creare gioco e arrivare in porta, poi sta al giocatore stesso capire la situazione e cercare di andare a segno”.
“I gol? Nella seconda azione, sugli sviluppi di un angolo mi sono ritrovato nella zona fortunata, che in molti sottovalutano ma in realtà si fanno tanti gol sul secondo palo; in occasione dello 0-1, invece, bella azione corale, bella palla messa in mezzo ed io sono stato bravo a finalizzare. Il modo nostro di giocare ci porta anche ad essere in molti presenti in area quando attacchiamo. L’importante è che la palla va dento, a prescindere da chi segna. Sono contento dei gol fatti e spero di segnarne altri. Questa vittoria è tanta, tanta roba perchè arriva in un momento così delicato. La gente che ci carica rappresenta la motivazione più grande, dobbiamo ringraziare soprattutto i tifosi per il sostegno, ma io chiedo da parte di tutta la squadra di venire il maggior numero possibile allo stadio e vedrete che faremo belle cose“.Â
“Quando ho accettato il trasferimento a Catania mi sono sentito subito accolto e coccolato dai tifosi. Da fuori non si può capire quello che sto vivendo. Dal momento in cui ci sei dentro è un’esperienza bellissima. Ci aspettavamo una buona squadra che potesse dare filo da torcere, ma poi avendo anche avuto pochi gioni per preparare la partita il focus è stato incentrato più sul nostro modo di giocare. Per il gioco che esprimiamo siamo soprattutto noi la squadra da studiare”.Â
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