Il difensore argentino del Catania Juan Cruz Monteagudo ha giocato finora tutte le partite, ad eccezione del derby di Messina in cui era squalificato. L’obiettivo è continuare a migliorarsi. Ne parla a La Gazzetta dello Sport: “C’era Catania nel mio destino. Questa città mi è entrata dentro. La squadra del 2011, che in Serie A faceva faville, schierava una dozzina di argentini. Era il Catania di Simeone, Izco, Spolli, del Pitu Barrientos. Era la “mia” squadra. La usavo anche alla playstation. Quando il Direttore Pellegrino mi ha chiamato non c’è voluto molto. Abbiamo risolto tutte le questioni burocratiche e in appena 48 ore ho firmato”.
“Abito al Village così mi dedico solo al Catania. Calcio, palestra, pranzo e poi torno in campo. Mi sto adattando passo dopo passo, il calcio italiano è diverso rispetto a quello vissuto in Argentina e Cile. Confesso che nelle prime gare ho fatto confusione ma non ho mollato trovando il ritmo ed il piazzamento ideale. Sto migliorando, devo lavorare molto di più. Izco? Mariano è come un fratello maggiore per me. Il primo giorno mi ha accolto, mi ha aiutato, mi ha fatto da traduttore. È tutto: compagno, insegnante di italiano, consigliere. Mi fa sentire più sicuro, più vicino a casa mia”.
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