In questi giorni difficili per l’Ucraina, parla uno che sa benissimo cosa vuol dire la parola guerra, avendo vissuto la dissoluzione dell’ex Jugoslavia. L’ex allenatore del Catania Sinisa Mihajlovic, attualmente seduto sulla panchina del Bologna, rilascia alcune dichiarazioni in conferenza stampa sul tema: “Con la guerra non esistevano più i legami familiari. Un mio cugino voleva buttare una bomba in casa mentre mio padre stava guardando in TV la Stella Rossa di Belgrado. Si fermò solo perché in casa c’era anche suo fratello insieme a mio papà…”, si legge su fanpage.it. “Ho letto una frase che diceva che la guerra la fanno i ricchi ma sono i poveri a morire. Io sono convinto che la guerra non possa e non debba essere l’unico modo per risolvere i problemi. Ricordo quando c’era la guerra nel mio Paese, vincemmo la Coppa dei Campioni. Poi quando ho vinto il campionato con la Lazio bombardavano ancora. Questi sono i veri problemi”.
“Io speravo sempre che i miei allenamenti durassero una giornata intera per non pensare alla guerra – aggiunge il tecnico rossoblu – perché tornavi a casa e vedevi, ascoltavi, guardavi alla televisione quello che succedeva. Solo in quei momenti ero felice. Però non è facile riuscire a estraniarsi dai problemi. Io spero solo che, da prima notizia, la guerra non diventi presto la seconda, la terza o la quarta e dopo un mese non se ne parli più. Tutti dobbiamo cercare di dare un contributo, e sperare che sia una cosa che finisca presto, perché è una cosa più grande di noi”. Mihajlovic prosegue: “Però, come vi ho detto…”. Ma la frase rimane sospesa lasciando spazio alla commozione per poi abbandonare la sala stampa.
STOP WAR#Mihajlovic pic.twitter.com/IIAdUJrgsK
— Francesco Livorti (@FrancescoLivo_) February 25, 2022
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