Ospite della 6a puntata di ‘4 chiacchiere con’, format di Eleven Sports, Giorgio Corona, ex attaccante tra le altre di Messina, Catania, Juve Stabia, Catanzaro e Taranto autore di oltre 250 gol ha rilasciato un’intervista. Ecco l’estratto ripreso da TuttoCalcioCatania.com, con particolare riferimento alla sua esperienza vissuta in maglia rossazzurra:
“Il mio vittorioso esordio col Catania in Serie A è tra i video che circola spesso in rete, ma ne ce sono parecchi anche con altre squadre in cui ho dato tanto. Vuol dire che la gente non ha dimenticato Corona (ride, ndr). La porta è sempre la stessa, sia che giochi in A o in C. La gioia è anche la stessa, ma l’emozione cambia rispetto a quando, ad esempio, esordisci in A vincendo a Cagliari con un tuo gol. L’attaccante, in ogni caso, vive sempre per il gol e quando non segna sta male”.
“A Catania purtroppo ci fu la morte di Raciti e andammo a giocare in campo neutro ed a porte chiuse. Ricordo tutte le interviste dei grandi calciatori di allora, ad esempio Luca Toni, che si lamentavano del fatto che non fosse calcio senza pubblico. E’ brutto giocare a porte chiuse, lo abbiamo visto anche l’anno scorso con il Covid. Catania è stata la mia prima ed unica esperienza in Serie A. Il Direttore Lo Monaco mi portò ai piedi dell’Etna dopo avere fatto tanti gol a Catanzaro. Ma erano tutti increduli perchè il Catania raggiunse la A e presero un giocatore retrocesso in C. Il primo acquisto per il Catania fui io. Mi allenai tranquillamente e cominciai a giocare, facendo bene. Esordire a 32 anni in Serie A è stato come togliermi uno sfizio, dimostrando che ci potevo stare”.
“A proposito di Catania, ricordo quando il sabato arrivammo a Cagliari, io e Gennaro Sardo eravamo in stanza seguendo in TV l’anticipo della Roma, che non ricordo con chi giocasse. Nel Catania eravamo 7-8 esordienti compreso mister Marino. Io e Sardo ci guardammo dicendo «ma domani dove dobbiamo andare? Ma li hai visti questi?». L’indomani siamo scesi in campo vincendo fortunatamente a Cagliari, io ho segnato e meglio di così non poteva iniziare la mia esperienza in Serie A“.
“I tifosi di tutte le squadre mi hanno chiamato ‘Re Giorgio’ perchè giocarono molto i giornalisti con il mio cognome. Da Milazzo a Brindisi, passando per Catanzaro ed il resto della mia carriera. Ricordo che venne esposto anche uno striscione curioso a Catanzaro, anni prima che ci fosse il Covid, con scritto «Siamo affetti da Coronavirus». Ho nel cuore ogni squadra in cui ho militato, ringrazio i tifosi di tutte le squadre – dalla prima all’ultima – perchè mi hanno dato tanto facendomi crescere e capire molte cose“.
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