Dopo la sfida del “San Nicola” di Bari, nella quale l’Elefante ha accarezzato il sogno dei tre punti prima di doversi accontentare “soltanto” di un pareggio, negli ultimi 180 minuti di gioco il team rossazzurro ha compiuto, sul piano tecnico ed atletico, notevoli passi indietro. Un solo punto conquistato nelle ultime due sfide stagionali contro avversari in netta difficoltà, unite ad un gioco meno spumeggiante e brillante del solito, hanno fatto scattare diversi campanelli d’allarme nella tifoseria. Il Catania ha dimostrato di essere una squadra molto altalenante ma sempre in grado di lottare e combattere su ogni pallone senza mai snaturare la propria identità. Purtroppo però contro Catanzaro e Fidelis Andria si è osservato un gruppo più spento e meno arcigno e coeso.
Probabilmente sono stati tanti i fattori di questa “crisi d’identità”, partendo magari dalle sirene del calciomercato, che hanno potuto distrarre alcuni elementi, dalle inevitabili cessioni effettuate durante la campagna “di riparazione” (su tutte quella molto pesante di Calapai) ma passando anche dalla mancanza di esperienza in alcuni settori, che spesso ha portato al compimento di gravi errori individuali che hanno inficiato sul risultato finale, da un semplice ma fisiologico calo fisico e concludendo con l’intricata situazione societaria.
A tutto questo si somma la tiepida risposta della tifoseria (delusa ed amareggiata per gli ultimi anni di gestione societaria e per l’ingloriosa fine di 75 anni di storia) che nella sfida al Catanzaro non è stata presente ed a sostegno come da attese. In ogni caso a prescindere da quali possano essere le cause di questa flessione fisica e tecnica, Baldini ed il direttore Pellegrino dovranno trovare al più presto la quadra per superare questo momento negativo e raggiungere quanto prima il mantenimento della categoria, obiettivo più che alla portata.
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