L’estensione dell’esercizio provvisorio ha fatto tirare un sospiro di sollievo, nella misura in cui si è evitato di spegnere definitivamente la luce al Catania. Il fallimento rappresenta una ferita cocente, inevitabile visto il grave stato d’insolvenza in cui versava la società. I tifosi restano però aggrappati alla possibilità di salvare il titolo sportivo, proseguendo la stagione e dando in qualche modo continuità alla storia dell’Elefante, da padre in figlio. C’è tempo fino al 28 febbraio per la gestione societaria da parte della curatela fallimentare ma, soprattutto, per pubblicare il bando funzionale alla cessione del ramo d’azienda calcistico.
Una cifra abbordabile per i potenziali acquirenti, malgrado investire nel calcio in tempi di Covid non sia il massimo dell’esaltazione. Ma Catania è una grande piazza, patrimonio del calcio italiano, passionale e con un bacio d’utenza notevole. In questi giorni ci risulta che vari soggetti imprenditoriali abbiano chiesto informazioni. Ma è ancora presto per sbilanciarsi sui nomi. Conterà anche coprire i circa 3 milioni di euro del debito sportivo e, più in generale, garantire solide capacità d’investimento per rilanciare Catania nel calcio che conta. A breve il Tribunale renderà pubblico il bando per l’acquisizione del titolo sportivo, forse entro la prossima settimana. A quel punto sarà interessante vedere chi uscirà ufficialmente allo scoperto. Nel giro di circa 30-40 giorni si tenterà di concludere la procedura competitiva. E intanto cresce l’attesa per una città affamata di calcio, stanca di sentir parlare di extra campo e carte bollate. Sta per aprirsi davvero una nuova era?
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